|
|
Con alle spalle una corposa carriera come direttore della fotografia e un esordio alla regia ("E' stato il figlio") ben accolto dalla critica, Daniele Ciprì porta nelle sale italiane il suo secondo film da regista. Cercando un nuovo pubblico, Ciprì non rinuncia al suo stile e fa scendere in campo la coppia di attori (e a loro volta anche registi) Castellitto/Papaleo. Il regista racconta alla stampa il background cinematografico che ha ispirato "La buca". |
|
|
|
|
Ci può parlare dela trama de "La buca"? |
|
“La buca” è la storia di un'involontaria amicizia tra Oscar, avvocato fallito e senza scrupoli, e Armando, ex detenuto che ha scontato venticinque anni di carcere per un reato mai commesso, mantenendo, nonostante la profonda ingiustizia subita, una bontà d'animo impeccabile. A farli incontrare per caso è la Vita, rappresentata imbolicamente da un cane randagio, il quale fa in modo che i destini dei due protagonisti si incrocino. Il cane è l'emblema dell'amicizia autentica, fedele, senza riserve: proprio quella che voglio raccontare. Tra Oscar e Armando nasce un sentimento profondo, che riesce a creare un sodalizio quasi "amoroso" al di là delle abissali diversità caratteriali. |
|
Perché una commedia? |
|
Desideravo da tempo esplorare un nuovo genere e la commedia mi ha sempre attratto. L'idea era di raccontare l'amicizia tra due uomini e, allo stesso tempo, di allontanarmi dal mio mondo siciliano, dal dialetto, dal "cinismo" dei miei personaggi, anche con la voglia - perché no? - di conquistare un pubblico diverso. Tutto questo, man mano, ha preso forma: due uomini molto diversi tra loro ma con una motivazione che malgrado tutto li unisce, un tribunale, un evento sconvolgente, situazioni familiari tragicomiche. Sono questi gli ingredienti che mi piaceva ci fossero nel film. |
|
A quali pellicole si è ispirato? |
|
Pensavo alla grande commedia degli anni sessanta. Quelle commedie con un plot articolato, grandi protagonisti, divertenti sottotrame a fare da tormentone, temi semplici come l'amore o l'amicizia, regie attente e curate. Niente battute ma storie, anche commoventi, grottesche, sentimentali... Ho amato il cinema di Vittorio De Sica, di Dino Risi e Mario Monicelli, tanto quanto la commedia americana di Lubitsch, di Capra, di Billy Wilder e Blake Edwards. Volevo realizzare un'opera che ricordasse quelle storie, rendere omaggio a quel genere che ci ha fatto sorridere e sognare. Volevo però farlo con leggerezza e ironia per non cadere nella nostalgia, allontanandomi completamente dalla commedia italiana di oggi. Non volevo far ridere, volevo far sorridere. |
|
Come ha "creato" sullo schermo la coppia Oscar/Armando? |
|
Quando scrivo "disegno" mentalmente i miei personaggi con assoluta precisione e corrispondenza alla realtà. Poi, quando incontro gli attori, cerco di stabilire con loro un rapporto personale affrontando colloqui sul cinema, sui gusti personali, sulla vita insomma. E capisco se sono quelli che avevo "disegnato" in fase di scrittura. Il mio desiderio più grande era creare una coppia d'attori alla Jack Lemmon/Walter Matthau, Vittorio Gassman/Marcello Mastroianni, facendo però ricorso a nuove tecniche, a un nuovo linguaggio cinematografico e soprattutto senza abbandonare il mio particolare stile sia registico che fotografico. Con Sergio e Rocco ci siamo intesi subito! |
|
Come è stata coinvolta Valeria Bruni Tedeschi? |
|
Per il ruolo di Carmen avevo un immaginario molto materno, sereno, comprensivo e affettuoso. Quando ho incontrato a Parigi Valeria, non ho avuto dubbi! Era certamente lei, con la sua dolcezza e la sua disponibilità, il punto di equilibrio tra Oscar e Armando. |
|
Dove è ambientato il film? |
|
Ho voluto ambientare la storia in una metropoli immaginaria, sperandodi dare un senso di astrazione. Volevo divertire il pubblico con una storia che non avesse tempo né luogo. In questo sono stato aiutato dalla musica di Donaggio e Gabaglio e dagli interventi pianistici di Bollani. L'ambientazione è immaginaria, ma vera.. La buca è un film molto diverso dalle mie precedenti esperienze di regia manello stesso tempo c'è un senso di continuità. In fondo Armando, che ha subitol'ingiustizia di anni di galera, potrebbe essere "il figlio" del mio precedente lavoro. |
|
|
|
Ultime Interviste |
|
|
|
Tomm Moore La canzone del mare: "voglio che i bambini conoscano le nostre storie e leggende" |
|
|
Alexandra Leclère Benvenuti... ma non troppo: "una commedia pura che fa riflettere" |
|
|
Martin Zandvliet Land of mine - Sotto la sabbia: "una storia importante e sostanzialmente sconosciuta" |
|
|
Andrew Haigh Weekend: "un'onesta, intima, autentica storia d'amore" |
|
|
Brian Helgeland Legend: "Come si racconta la vita di una persona realmente esistita?" |
|
|
Carlo Verdone L'abbiamo fatta grossa: "la critica di costume deve essere parte della commedia" |
|
|
Virág Zomborácz Mózes, il pesce e la colomba: "ho iniziato a scrivere sceneggiature a sei anni! |
|
|
Francesco Calogero Seconda Primavera. "la capacità di interpretare la realtà è spesso contraddittoria" |
|
|
Vincenzo Salemme Se mi lasci non vale: "l'amicizia e l'amore devono essere credibili" |
|
|
Lorenzo Vigas Ti guardo: "ogni uomo cerca di riempire una vasta mancanza di emozione" |
|
|
|