Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Anne Le Ny

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Arriva nelle sale italiane, distribuito da Teodora Film, "La moglie del cuoco", quarta regia cinematografica di Anne Le Ny - volto noto agli spettatori televisivi francesi e attrice di film di successo ("Quasi Amici"). La regista, che è passata dietro la macchina da presa dopo i 40 anni, racconta la storia di un'assistente sociale che si occupa della formazione degli adulti e prende fin troppo a cuore la vicenda di una moglie schiacchiata dalla personalità del marito. Anne le Ny racconta alla stampa la lavorazione del film.
Intervista Anne Le Ny: Domanda 1Com'è nata l'idea alla base della trama del film?
L’idea del film mi è venuta parlando con la mia assistente al montaggio, a cui un giorno ho chiesto com’era arrivata a fare questo mestiere. Lei mi ha raccontato che lavorava in un istituto di formazione per adulti e, a forza di aiutare gli altri a trovarela loro vocazione, un giorno aveva deciso di applicare il metodo a se stessa. Così è diventata montatrice. Il giorno dopo ho aperto la porta della sala di montaggio e le ho detto: "Stanotte non mi hai fatto dormire!", ovviamente perché l’idea del film aveva iniziato a ronzarmi in testa. Mi interessava parlare dell’immagine che ognuno ha di sé riguardo al mestiere che svolge, del modo in cui vi si proietta, di come si identificano lavoro e immagine sociale. D’altra parte, io stessa ho cambiato mestiere a un certo puntodella carriera, diventando regista e non più solo attrice.
Intervista Anne Le Ny: Domanda 2Al centro del film ci sono due figure femminili particolari...
Carole e Marithé sono diverse per molte ragioni. Innanzitutto, il ceto sociale. Inoltre, Marithé è una persona più strutturata, che ha studiato, che lavora in un posto con un’organizzazione precisa e con la consapevolezza della propria utilità. È un personaggio solido, con armi a disposizione per cavarsela nella società in cui vive. Carole è più fluttuante. Ha una specie di grazia tipica dell’alta borghesia ed è una persona a suo modo capace di risolvere le situazioni, ma i suoi strumenti sono molto meno obiettivi. Da un punto di vista psicologico,poi, è una donna che vive un momento di crisi: sente di vivere all’ombra del marito, ma capisce anche di dover prendere in mano la situazione per non andare alla deriva. In un certo senso, con un figlio in partenza che lascerà un vuoto nella sua vita, Marithé ha un problema simile, ma non se ne rende conto.
Intervista Anne Le Ny: Domanda 3Come ha trovato le attrici più adatta a interpretare questi due ruoli?
Fin da quando scrivevo il copione pensavo a Karin Viard e Emmanuelle Devos per i ruoli delle protagoniste. Con Karin ho già lavorato nel mio secondo film da regista, “Les invités de mon père” , ed era evidente da subito che, con la sua energia, sarebbe stata perfetta per la parte di Marithé. Emmanuelle, con cui avevo girato il mio film d’esordio, “Ceux qui restent”, avrebbe potuto interpretare entrambi i personaggi e il fatto di usarla per Carole rappresenta in qualche modo un capovolgimento dei suoi ruoli consueti. Questo film è il primo in cui recitano insieme e, conoscendosi e apprezzandosi, erano molto eccitate da questa occasione. Karin ha una grande forza comica, è impressionante come riesca a partire in quarta in alcune scene. Emmanuelle preferisce giocare sui cambi di registro, puntando più sulla sorpresa che sulla forza. Ed è una continua fonte di invenzioni.
Intervista Anne Le Ny: Domanda 4Tra le due donne c'è anche un ruolo maschile importante...
Nei film che interpreta (“36 Quai des Orfèvres”, “London River”, “Uomini senza legge”) Roschdy Zem di solito porta una pistola e non sorride mai. Qui ha una frusta da pasticcere e sorride spesso.. All’inizio mi piaceva soprattutto l’idea di prendere un attore di origine straniera per un ruolo, quello di chef, che rappresenta la quintessenza dell’essere francese. Poi mi è piaciuta anche la sua carica virile, che ho utilizzato però in modo più solare e sensuale. Amo sempre sfruttare l’immagine che il pubblico ha di un attore dai suoi film precedenti, deviandola però su un registro diverso. Ottieni un personaggio più ricco e complesso. Per quello di Sam ho anche letto diversi libri di cucina, sviluppando l’idea che la seduzione di Marithé non passi direttamente per il sesso, ma per un’altra forma di ensualità, quella del buon cibo.
Intervista Anne Le Ny: Domanda 5C'è un regista, o un film, a cui si è ispirata per "La moglie del cuoco"?
C’è un film che adoro, “La tela del ragno” di Vincente Minnelli. Si svolge in un ospedale psichiatrico e tutto ruota intorno a un evento semplicissimo: bisogna cambiare la tappezzeria del salone. Il direttore, interpretato da Richard Widmark, decide che saranno i pazienti a sceglierla, come espediente terapeutico. Sua moglie però non è d’accordo e vuole occuparsene lei. Questo spunto così minimale serve da pretesto per dare spazio a una straordinaria galleria di personaggi, che via via occupano tutto lo spazio del film. Con “La moglie del cuoco” ho cercato di fare lo stesso, dipanando una storia semplice, intorno alla quale i protagonisti possono svilupparsi a tutto tondo.
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La moglie del cuoco
di Anne Le Ny
Commedia, 2014
90 min.
Film diretti:
2014  La moglie del cuoco
Atri film:
2013  Je fais le mort
2011  La guerra è dichiarata
2011  Quasi amici
2011  La Brindille
2001  Il ricordo di belle cose