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Film d'apertura della nona edizione del Festival di Roma, arriva in sala "Soap Opera" di Alessandro Genovesi. Dopo due commedie natalizie premiate al botteghino, Genovesi ritrova il "suo" protagonista Fabio De Luigi in una commedia agrodolce, ambientata in una realtà bizzarra e popolata da personaggi colorati e insoliti, interpretati da un cast che va da Cristiana Capotondi a Diego Abatantuono. Il regista e sceneggiatore racconta alla stampa il suo desiderio di girare una commedia fuori dagli schemi. |
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Come è nata l’idea del film? |
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Sono partito da un copione che avevo scritto per il teatro che non ho potuto più mettere in scena: l’ho modificato attraverso il tempo, fino a quando non è diventato un film. Quella attuale è senza dubbio la sua forma migliore: si tratta di un progetto impegnativo e costoso sia per il cinema che per il teatro, che era stato acquistato qualche anno fa dal produttore Maurizio Totti per la Colorado Film. È anche un progetto ambizioso. Abbiamo interamente ricostruito l’interno dei vari appartamenti nel teatro 8 di Cinecittà, e gli esterni, con le opportune modifiche, sono stati ricavati sulla scenografia della strada d’epoca che fece da sfondo prima a “Concorrenza sleale” di Scola e poi a “Gangs of New York” di Scorsese. |
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Che cosa ti stava a cuore raccontare? |
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Il film mescola almeno tre generi consolidati: la commedia, il melò e il noir (perché c’è un’indagine da seguire). Mi interessava creare un mondo a parte, proiettare lo spettatore nel mondo della creatività e dell’immaginazione. |
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Che cosa ti ha guidato nella scelta degli interpreti? |
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Ho coinvolto soprattutto quelli che sono un po’ i miei attori di sempre: provengo dal teatro e mi piace molto "fare compagnia". Avere una compagnia ti permette di conoscere gli attori con cui lavori, e coinvolgerli fin dalla fase di sceneggiatura. Per me è stato naturale contare su quelli con cui avevo un’intesa consolidata: mentre scrivevo la sceneggiatura, già immaginavo i diversi personaggi coi volti degli attori che li avrebbero interpretati! Ogni carattere è stato pensato e scritto giocando molto sulle caratteristiche degli interpreti che desideravo. |
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Che tipo di commedia è "Soap Opera"? |
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La nostra è una commedia piuttosto anomala perché, anziché prendere spunto dalla vita vera, inserisce una serie di star all’interno di un mondo stralunato e bizzarro, inventato e non reale: è una scelta che mi sembrava interessante sia per il pubblico sia per gli attori, che hanno potuto così confrontarsi con uno stile di recitazione e con un genere di film in cui non capita spesso di imbattersi. |
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