Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Olivier Assayas

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Arriva nelle sale italiane "Sils Maria", ultimo film di Assayas girato in Alto Adige e presentato al Festival di Cannes 2014. Nel cast Juliette Binoche, Kristen Stewart e Chloë Grace Moretz per un dramma al femminile. Nel film giocano un ruolo importante anche gli scenari della Valle Engardina. Il regista racconta alla stampa gli elementi che lo hanno coinvolto nella realizzazione del film.
Intervista Olivier Assayas: Domanda 1Com'è stata coinvolta Juliette Binoche nel progetto?
Questo film, che ha a che fare col passato, con le relazioni che abbiamo avuto in passato, e con ciò che ci ha formato, ha una lunga storia alle spalle, che Juliette Binoche ed io condividiamo in maniera implicita. Ci siamo incontrati per la prima volta all'inizio delle nostre carriere. Insieme ad André Téchiné avevo scritto “Rendez-­vous”, una storia piena di fantasmi, dove, all'età di vent'anni, Juliette interpretativa il ruolo della protagonista. Anche quel film indagava sul percorso che una giovane attrice deve compiere per calarsi in un ruolo. Da allora, le nostre strade hanno fatto un cammino parallelo, e si sono incrociate solo in seguito, nel 2008, quando abbiamo girato assieme “L'ora d'estate”. Fu Juliette a intuire per prima che stavamo perdendo un'opportunità, in termini cinematografici, che avrebbe riportato entrambi all'essenziale. Con questa intuizione in mente, ho iniziato a buttare giù qualche idea, poi ho cominciato a creare i personaggi e, in seguito, ho scritto questa storia, che aspettava di essere raccontata da tempo.
Intervista Olivier Assayas: Domanda 2Di cosa parla il film?
Maria Enders è un'attrice. Assieme alla sua assistente, Valentine, esplorano la ricchezza e la complessità dei personaggi creati da Wilhelm Melchior, personaggi che devono ancora svelare tutti i loro segreti, anche a distanza di vent'anni. La questione non è tanto il teatro e le sue illusioni, né la tortuosità del racconto ma piuttosto il tema è l'Umano, più semplice e intimo. In questo senso, le parole, quelle scritte dagli sceneggiatori, quelle di cui si appropriano gli attori, e che poi risuonano negli spettatori, evocano proprio quelle domande che tutti ci poniamo, ogni giorno, nei nostri monologhi interiori. Sì, certamente, il teatro è la vita e anche un po' meglio della vita, perché svela la grandiosità nel momento migliore delle situazioni, e anche il peggio, in ciò che è triviale e nei nostri sogni. In questo senso, Maria Enders non è Juliette Binoche e non sono io. Lei è ciascuno di noi, attraverso la necessità di rivisitare il passato, non per spiegarlo, ma per trovare le chiavi della nostra identità; ci ha reso ciò che siamo e continua a spingerci avanti. Lei guarda nel vuoto e osserva la giovane donna che era all'età di vent'anni. Nel suo cuore è sempre la stessa, ma il mondo è cambiato attorno a lei e la sua giovinezza è volata via, giovinezza nel senso di verginità, di scoperta del mondo. Che non torna più indietro. D'altro canto, non dimentichiamo mai ciò che la giovinezza ci ha insegnato: quella costante reinvenzione del mondo, il decifrare la realtà iper-contemporanea e il prezzo che si deve pagare per farne parte.
Conferendo a ogni nuova volta l'urgenza e il pericolo di una prima volta.
Intervista Olivier Assayas: Domanda 3Le riprese si sono svolte in Alto Adige. Com'è stata scelta questa location?
In principio, pensai alle nuvole, al cielo sopra alla Valle Engadina, a come un paesaggio sia immutabile e in movimento allo stesso tempo, qualcosa d'inquietante e allo stesso tempo umano. Il paesaggio è inspiegabilmente inciso nel tempo, ha assistito alle vite di tutti gli esseri viventi che l'hanno popolato, che si sono fusi con esso, in ogni epoca e che hanno fatto esperienza delle sue altezze vertiginose. Nel 1924, agli albori del cinema, Arnold Fanck, uno dei pionieri della fotografia di montagna, girò il singolare “Cloud Phenomena of Maloja”, in cui le cime delle montagne, le nuvole e il vento si mescolano assieme in maniera astratta, evocando la pittura cinese classica. Girò in bianco e nero, e oggi quel film esiste solo sotto forma di una copia logora e graffiata. In una parola, un ricordo di quello che sarebbe potuto essere e su cui il tempo ha inciso se stesso. E' inquietante avvertire una verità intima e misteriosa in questi spazi, nonostante (o grazie a) i filtri che ci separano da essi. Essi rivelano se stessi attraverso una remota soggettività, con quasi un secolo a separarci da loro. Non è forse questo il processo stesso dell'arte? Che riproduce il mondo attraverso un singolo colpo d'occhio, che toglie e allo stesso tempo rivela, portando indifferentemente alla luce l'invisibile e il visibile?
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Sils Maria
di Olivier Assayas
Drammatico, 2014
124 min.
Film diretti:
2016  Personal Shopper
2014  Sils Maria
2012  Qualcosa nell'aria
2010  Carlos
2008  L'Heure d'été
2004  Clean
1994  L'eau froide
Festival di Cannes 2014
67ª Edizione
Olivier Assayas
Leggi l'intervista a Olivier Assayas per “L'Heure d'été
Olivier Assayas
Leggi l'intervista a Olivier Assayas per “Clean