Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Monica Bellucci

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Per sesso o per amore? E' la domanda che si pone il regista francese Bertrand Blier nella commedia che uscirà in Italia il 3 febbraio.
Una donna bellissima in mostra dietro una vetrina di Pigalle. Un uomo dall'aspetto dimesso la osserva e la sogna. Lei è Daniela, una prostituta italiana, e ha il viso seducente di Monica Bellucci, lui è un semplice impiegato che ha appena vinto una grossa somma al Lotto. Da questo incontro potrà nascere una grande storia d'amore?
Intervista Monica Bellucci: Domanda 1Chi è Daniela? Una prostituta divisa fra due uomini: un cliente che avrebbe vinto una grossa somma al lotto e il suo fidanzato/protettore?
Daniela è eclettica, ha molte sfaccettature: non è una prostituta sottomessa ma che tiene le redini di tutte le situazioni e questo nella realtà non esiste. Per questo può essere considerato un film teatrale ma anche femminista, e cito Bocca di Rosa di De Andre’, che racconta di una donna dispensatrice di amore. Daniela non può resistere all'amore, quindi si tratta di un personaggio selvaggio. Quando ho incontrato Bertrand Blier mi aveva parlato di un ruolo da prostituta ma non immaginavo che il mio personaggio fosse così. L’ho affrontato in maniera diversa, come una donna capace di amare molto...
Intervista Monica Bellucci: Domanda 2Non le sembra un po’ ambigua questa storia di soldi che si trasforma in storia d’amore?
Certo, ma lavorare per i soldi è, in un certo senso, un modo di proteggersi dall’amore. E quando Daniela incontra l’uomo giusto... s’innamora.
Intervista Monica Bellucci: Domanda 3Non solo Daniela infiamma il desiderio degli uomini ma va contro tutte le convenzioni... Quali qualità deve avere un ruolo per attirare la sua attenzione?
Non si tratta di minutaggio, ma se ho o meno la possibilità di interpretare un ruolo che ha qualcosa da dire. Non esistono piccoli o grandi ruoli, ma solo piccoli o grandi attori.
Sono sempre in cerca di ruoli che mi permettano di andare avanti. Blier è un uomo colto che ama il cinema, insolente e assolutamente non “politicamente corretto”. Quando ho cominciato il film avevo molta paura perché c’era molto testo scritto e il ruolo mi obbligava a recitare su registri diversi. Si pensa sempre che la bellezza induca alla forza ed escluda la fragilità, come se la bellezza escludesse la sofferenza, che è una cosa stupida. Blier non ha paura di tutto questo e mi fa essere semplicemente una donna, desiderata, certo, ma allo stesso tempo fragile.
Intervista Monica Bellucci: Domanda 4Questo film – come Napoleon di Paolo Virzì - è una commedia. Lei sembra – a differenza di tante sue colleghe – avere quella dose giusta di autoironia per affrontare questo genere in maniera molto brillante... Quanto la diverte prendersi in giro?
Adoro la commedia, soltanto che è un genere molto difficile da scrivere. Molto di più delle cose drammatiche. E' più difficile fare ridere che fare piangere. Trovare delle commedie scritte bene dove ci sono dei ruoli femminili forti e sottili è tutt'altro che facile. Io, però, sono disponibilissima. Con Paolo Virzì mi sono divertita molto, perché è un film molto ironico e anche un po' sarcastico. Anche lì ho avuto la possibilità di affrontare un ruolo in cui mi sono divertita molto. Chissà perché quando una donna è carina si ha sempre un po' paura che la commedia non riesca bene. Io credo si possa fare tutto: basta averne la voglia. Datemi le commedie scritte bene e io sono pronta.
Intervista Monica Bellucci: Domanda 5Oggi lei è una star del nostro cinema conosciuta all'estero e che lavora stabilmente in Francia e negli Usa. Cosa ne pensa del cinema italiano?
Penso che il cinema italiano sta messo male se io sono la sua più grande Star. In Italia abbiamo fatto un passo indietro dal punto di vista produttivo: in Francia se ne producono 250, mentre qui meno di 40. I problemi – in questo paese – sono sempre economici politici, mai di talento, perché quello in Italia non manca. Qui non si dà la possibilità ai giovani di fare il loro film. L'energia sprecata e soffocata dispiace. In realtà per me il cinema era il sogno di una ragazzina di provincia. Quando sono arrivata su un set non sapevo nulla. Come si è visto bene, infatti, avevo tutto da imparare. La mia grande fortuna è stata che la gente del cinema, i registi, i produttori hanno avuto fiducia in me e mi hanno dato la possibilità di potere continuare a lavorare. Come accade per tante ragazze che vengono dalla moda, uno fa un film e se la cosa va male finisce lì, invece io sono stata fortunata ed eccomi qua: ho ancora tanto da imparare, ma – alla fine – si è delineato quel cammino che sto ancora seguendo.
Intervista Monica Bellucci: Domanda 6Lei ha smesso di recitare per un po’ in occasione della nascita di sua figlia. La maternità è – quindi – un ostacolo?
No, tutt'altro. E' una gioia enorme. Sono una madre e sono un'attrice che gira sempre con sua figlia che la segue in ogni momento. Come attrice non rinuncio a certi ruoli. Per il momento mia figlia è piccola e la porto con me ovunque vada, quando andrà a scuola non sarà più così. Non bisogna, però, fare dei drammi: delle mie amiche medico o avvocato vedono i figli solo la sera e io – per il momento – sono fortunata di avere una bimba che sta sempre con me e che – forse – non si è nemmeno accorta che sua madre lavora. Io ho un tipo di lavoro che mi rende molto libera e che mi consente di crearmi il mio tempo come mi piace.
Intervista Monica Bellucci: Domanda 7Un giorno sua figlia vedrà i suoi film... Cosa penserà quando guarderà Irréversible?
Io non faccio i film per mia figlia. La amo più di qualsiasi altra persona al mondo e farò tutto per lei: anche a sacrificare ogni cosa. Al tempo stesso rimango una persona libera di fare le cose per me. Non dico: no questa cosa non la voglio fare, perché un giorno mia figlia mi giudicherà... ho bisogno di avere un grande rispetto per me stessa. So bene che un giorno mia figlia mi giudicherà e mi odierà come tutte le ragazzine di quindici anni odiano la loro madre. Sarà un momento di crescita importante...
Intervista Monica Bellucci: Domanda 8E adesso?
Ho passato quattro mesi tra la Francia e la Mongolia per le riprese de Il consiglio di Pietra tratto dal romanzo di Jean Christophe Grangé autore de I fiumi di porpora. Ho lavorato con Catherine Denevue ed è stato bello potere lavorare con questa grande signora del cinema francese. Adesso parto per il Canada per lavorare con Clive Owen e Paul Giamatti in un thriller che si chiama Shoot'em Up diretto da Michael Davis. Una storia d'amore più una serie di scene d'azione. E' un ruolo di donna forte e sono molto felice di lavorare con due attori che stimo moltissimo.
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