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Szifron, argentino classe 1975, debutta nelle sale italiane con il suo terzo film da regista, presentato in concorso al Festival di Cannes e candidato argentino agli Oscar 2014. Prodotto da Pedro Almodovar, “Storie pazzesche” racconta una serie di episodi di ribellione catartica da parte di persone vessate da diverse ingiustizie ed è distribuito in Italia da Lucky Red Distribuzione. Il regista racconta alla stampa la nascita del suo progetto. |
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Da dove vengono gli episodi raccontati nel film? |
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Le storie di questo film sono frutto dell’immaginazione più sfrenata. Mentre lavoravo ad altri progetti – spesso scoraggiato dal fatto che sembravano impossibili da realizzare – ho cominciato a scrivere una serie di racconti per dare libero sfogo alle mie frustrazioni. Quando li ho raccolti in un volume, mi sono reso conto che erano legati da alcuni temi comuni: parlavano tutti di catarsi, vendetta e distruzione. E dell’innegabile piacere di perdere il controllo |
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Perdere il controllo è un tabù della nostra società? |
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Spesso penso alla società capitalista occidentale come a una specie di gabbia trasparente che ci rende insensibili e distorce i nostri rapporti con gli altri. Questo film racconta le storie di alcuni individui che vivono dentro questa gabbia senza esserne consapevoli. E quando arrivano al punto di rottura, anziché reprimersi –
o deprimersi – come facciamo quasi tutti, partono in quarta senza riuscire più a fermarsi. Questo progetto involontario si è concretizzato così rapidamente che è balzato in cima alla lista delle mie priorità, e ha trovato la strada giusta per entrare in produzione. |
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Ha esitato prima di scegliere la forma del film ad episodi? |
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Raccontare storie diverse è stata un'esperienza liberatoria per me, perché
mi ha fatto riscoprire il mio amore per la lettura. Me lo ricordo come fosse ieri, il giorno in cui nella biblioteca di famiglia ho scoperto una serie di antologie che hanno subito attirato la mia attenzione: "I racconti dei maestri del crimine", "I racconti dei maestri del mistero", "I racconti dei maestri del terrore". Più tardi sarebbero venuti "Storie incredibili" (la serie tv prodotta da Steven Spielberg), New York Stories (il film a episodi, diretto da Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Woody Allen) e "Nove storie" di J.D. Salinger. Tutte queste opere hanno lasciato un segno profondo nella mia coscienza, alimentando la mia passione per la sperimentazione e per la libertà creativa.
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