Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Thomas Cailley

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Arriva nelle sale italiane l'opera prima del regista francese Thomas Cailley, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs all'ultimo Festival di Cannes. "The Fighters - Addestramento di vita" (titolo originale "Les combattents") racconta l'incontro folgorante tra Arnaud e Madeline, un ragazzo tranquillo e una giovane in perenne addestramento per un'imminente catastrofe. Il regista racconta alla stampa la genesi del suo esordio.
Intervista Thomas Cailley: Domanda 1La natura sembra essere stata la tua più grande ispirazione
Sono cresciuto in Aquitania e ho sempre voluto girare un film nella regione delle Lande, con le sue grandi foresti e laghi. Questa campagna apparentemente pacifica è spesso colpita da disastri naturali, come tempeste invernali e incendi estivi. Questo è stato il mio punto di partenza: l’idea di una campagna tranquilla con un lago calmo improvvisamente colpito da un tifone. Questo tipo di collisione, lo scontrarsi di due elementi contrapposti, è la visione che ho del rapporto tra Arnaud e Madeleine. Da quello ho immaginato il percorso di crescita di questi due personaggi così diversi e dalle personalità opposte, che alla fine si uniscono. Adéle Haenel è stata la prima attrice a cui sia Stéphane Batut, la direttrice del casting, sia io, abbiamo pensato per il ruolo. Adéle ha un’intensità, un qualcosa di speciale che è difficile da definire, oltre ad essere una straordinaria atleta. La forza del personaggio viene dal fatto che non lascia alcuno spazio tra l'agire e il fare. Non si ferma a riflettere. Se qualcosa non le piace, lo attacca. Se cerca il perdono, lo fa sempre in maniera distaccata
Intervista Thomas Cailley: Domanda 2E Arnaud? I tuoi personaggi si evolvono nel corso del film; sembra di vederli crescere
Le qualità di Arnaud sono meno evidenti, specialmente all'inizio del film. Ciò che mi piace di lui è il suo affrontare gli eventi mano a mano che accadono e il fatto che si dimostri aperto a tutto. Arnaud è una persona senza maschere. Non giudica gli altri. Lui, osservando Madeleine, ne rimane ammaliato e lei lo spinge a essere responsabile, gli dona la forza necessaria a smuoverlo dalla sua inerzia. La forza dietro lo sguardo di Kevin Azïas mi ha colpito. Sia la sua presenza scenica che il suo sguardo hanno una forza innata che vengono catturati facilmente dalla telecamera. Per la sceneggiatura, abbiamo deciso che il personaggio di Arnaud necessitasse di essere il più cinematografico possibile. In altre parole, quello che vedi di lui all'inizio del film è lo specchio di quello che diventerà; sai che evolverà, i suoi tratti diventeranno man mano più definiti e si trasformerà in un vero eroe cinematografico. La storia, però, non riguarda l’aspetto psicologico dei protagonisti. Per Arnaud e Madeleine è tutto concentrato sull'agire, il progresso e l’invenzione. Sono costantemente in movimento. Da qui il titolo “Les combattents”. Ogni esperienza che vivono è un tassello della loro crescita, che sia combattere, arruolarsi nell'esercito o mangiare una volpe. Ma queste esperienze hanno anche un valore condiviso. La logica dell’azione è il loro piccolo gioco che rafforza la loro relazione e la rende unica
Intervista Thomas Cailley: Domanda 3Questo film si confronta con la finzione e con la fantasia come se fossero elementi necessari della vita. Il modo in cui viene rappresentato l’esercito è veramente unico
Da quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura, volevo creare la storia di Arnaud e Madeleine come un viaggio dalla realtà alla fantasia. Il film inizia dal punto di vista di Arnaud, mostrando il suo ambiente e tutto quello che comprende la realtà della sua giornata. Madeleine appare dal nulla, come una meteora che precipita nel quartiere. Lei porta la finzione nella storia; velocizza il tempo e mette le cose in movimento. La nostra prospettiva cambia rapidamente dal mondo di Arnaud a quello di Madeleine, il mondo che lei sogna (l’esercito), e che si dimostra essere deludente appena lei rigetta ogni valore che quello rappresenta. In sostanza, nulla succede secondo i loro piani.
L’esercito non è il soggetto del film; è più un qualcosa che sta sullo sfondo. La cosa che mi è sembrata più interessante era l’esercito come promessa di avventura, di azione e la possibilità di superare i propri limiti, cose queste che attirano le giovani reclute e rivela la loro nascosta crisi esistenziale. Mi sono sottoposto a un addestramento militare mentre scrivevo il film, e questo ha ispirato direttamente scene e personaggi del film. Quello che mi ha colpito, e spesso divertito, è stata la discrepanza tra le aspettative e le fantasie da guerriero dei giovani, e la realtà dell’esercito
Intervista Thomas Cailley: Domanda 4Hai anche usato uno specifico tipo di musica. Come hai lavorato a questo?
Non volevo usare una musica che fosse dentro”al film, che riflettesse le sensazioni e pensieri dei personaggi. Mi è da subito piaciuta la musica degli Hit’n’Run perché ha tutto quello che volevo dalla musica elettronica senza essere però fredda e forzata. Sono sicuro che questo sia perché loro hanno trovato il modo di incorporare diversi elementi (acustici, elettrici, vocali, rumori), che tolgono la sensazione meccanica e finta associata alla musica elettronica. I loro brani sono veramente potenti e epici, e quello porta un sacco di energia e gioia alle riprese. È una scena d’azione ma al contempo un momento introspettivo e esistenziale quando la finzione di Madeleine e Arnaud arriva a una fine.
Con gli effetti speciali di Alain Carsoux, abbiamo cercato di dare alla sequenza un flusso progressivo. All’inizio abbiamo usato un approccio più realistico, concentrandoci sul disastro. Poi diventa qualcosa di più astratto, creando l’etereo effetto di entrare nelle menti dei personaggi. In questo ambiente, tutto è possibile, persino un invasione aliena. E questo è praticamente quello che succede.
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