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George Clooney torna sugli schermi come protagonista della spy-story "Syriana". Diretto da Stephen Gaghan e interpretato anche da Matt Damon, "Syriana" prende il titolo da un'operazione che coinvolge quello che dagli Stati Uniti è considerato uno stato canaglia e svela gli intrighi connessi al traffico internazione del petrolio visti da un agente della Cia, interpretato dallo stesso Clooney, in corsa per l’Oscar. |
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Mr. Clooney, Syriana è liberamente tratto dal romanzo dell’ex agente della CIA Robert Baer "See no evil"... |
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E’ vero abbiamo lavorato sulla falsariga del libro, ma perfino durante le riprese abbiamo continuato a scrivere e riscrivere dialoghi e situazioni per stare il più vicino possibile alla realtà dei fatti del Medio Oriente di oggi. Al tempo in cui la storia era ambientata il tema cruciale riguardava il ruolo dei servizi antiterrorismo e antinarcotici del Pentagono e la misura del loro coinvolgimento nella politica del petrolio tra il Medio Oriente e l'Asia. Oggi le cose stanno cambiando a velocità vertiginosa ed è importante sorvegliare sia l'evoluzione della politica americana che quella dei governi coinvolti in una partita mondiale che, oltre ogni pretesto ideologico, è soprattutto una grande guerra economica e industriale. Più ci lavoravamo più ci accorgevamo che c'era un'altra storia nascosta dietro quella raccontata. Ci è sembrato di ritrovare lo spirito di un certo cinema americano degli anni '60 e '70 in cui mette sotto osservazione i comportamenti della politica significava interrogarci sulle scelte e le debolezze di ciascuno di noi. Abbiamo scoperto un popolo realmente ospitale e persone con punti di vista molto diversi durante le riprese. Se poni la stessa domanda a cinque persone diverse otterrai cinque storie non necessariamente coincidenti. Ed è a partire da questo che ho cercato di mettere a fuoco una visione complessiva dell' informazione clandestina e di come funziona il mondo dei servizi segreti in una situazione potenzialmente esplosiva in maniera ogni giorno diversa. Abbiamo bisogno di discutere queste cose, di fare in modo che la gente le sappia e di evitare ogni tipo di manicheismo nel giudicare ciò che accade. |
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La sua presenza di sicuro è stata d'aiuto, ma non è strano che gli studios abbiano accettato di produrre il film? |
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E' sorprendente, soprattutto se si pensa al momento in cui abbiamo avuto il via libera per realizzarlo. Due anni fa non c'era nessuno che ci incoraggiava a produrre un film come questo o come Good night and good luck. Due anni fa sui giornali venivo chiamato "traditore", la stampa americana non sollevava alcun dubbio sul governo. Non era quindi il momento per porre domande scomode. Mi ha sorpreso molto il fatto che siamo riusciti a produrre Syriana. |
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In un'intervista ha respinto le accuse che gli erano state mosse dalla stampa statunitense di aver "velatamente" attaccato il presidente George W. Bush col suo ultimo film Syriana... |
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Ci sono persone che hanno criticato la nostra decisione di mostrare come due persone si trasformino in kamikaze, invece di etichettarli come malvagi a priori. Sono un liberale da tanto tempo e non intendo scusarmi per il film. La pellicola è un attacco ad un sistema politico che esiste da più di 60 anni e il solo petrolio è al centro della questione. |
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Com'è la vita degli attori impegnati a Hollywood? |
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Tutti quelli che hanno parlato contro l'amministrazione Bush sono stati contestati, me incluso. Se vi guardate intorno, potrete notare che hanno fatto più informazione gli attori della stampa. Prendete Sean Penn con i suoi articoli... Sono politicamente d'accordo con Sean e con Michael Moore. |
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Non trova che i mezzi di comunicazione oggi servano più per fare intrattenimento? |
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Questo è vero. Anche se in realtà non è tanto l'intrattenimento, quanto la paura a imperare nel giornalismo americano. Dopo l'11 settembre l'unico tema di cui ci si è occupati è stata la guerra. Il New York Times ha dovuto scusarsi per aver pubblicato la notizia delle armi di distruzione di massa in Iraq: parlo del New York Times, la prima fonte di informazione negli Stati Uniti!
Katrina quest'estate ha cambiato le carte in tavola. Di solito gli inviati sul campo dicono le cose come stanno, ma poi i loro boss filtrano le notizie a loro piacimento. Con Katrina non è stato possibile: il dramma di New Orleans si è trasformato in una domanda diretta all'amministrazione Bush: Perché siete ancora in vacanza mentre le persone scappano dalle loro case? |
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Ha paura di essere inserito nelle liste nere di quelli che sono contro il governo? |
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Sono terrorizzato all'idea di non essere inserito in quelle liste quando ci penserò, fra vent'anni. Per esempio tra quelli che adesso dicono Muhammed Alì è stato un grande a non andare in Vietnam, ce ne sono molti che allora dicevano Perché non ha continuato a farsi chiamare Cassius Clay? Perché non è andato in guerra?... e c'erano anche molti liberali fra questi. |
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In America sono stati molto critici con lei... |
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Sono orgoglioso che la serie di Trey Parker 'Team America' mi abbia preso in giro. Alcuni s'incazzano dopo essere stati presi in giro, ma io ci sarei rimasto male se non lo avessero fatto. Sono convinto di essere dalla parte giusta della storia. |
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Con Syriana lei è in corsa per la statuetta dorata... |
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E' ovvio che ottenere un Oscar mi gratificherebbe, ma vorrei essere creduto se dico che l'obiettivo principale per un premio del genere è l'aiuto che darebbe a far vedere di più e meglio ai miei connazionali questo film. |
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