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In uscita nelle sale italiane "Road 47", film di Vicente Ferraz su un aspetto poco noto della II Guerra Mondiale: la partecipazione di truppe brasiliane alle operazioni belliche in Italia. Presente con i suoi precedenti lavori al Sundance Film Festival e al Festival di Cannes, Ferraz racconta alla stampa il desiderio di far conoscere questa pagina poco nota della storia del suo paese. Nel cast anche l'italiano Sergio Rubini. |
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Qual è l'aspetto della storia di "Road 47" che l'ha maggiormente coinvolta? |
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“Road 47” è un film sulla partecipazione dei soldati brasiliani alla Seconda Guerra Mondiale. Più che realizzare un film di genere, un film di guerra, il mio intento è quello di portare alla luce una parte sconosciuta della storia: quella riguardante isoldati dell’unico esercito latino-americano che lottò in Italia a fianco degli Alleati, durante il rigido inverno del 1944-45. Il film si allontana dall’epica militare, per concentrarsi più sulle contraddizioni sorte con l’arrivo di giovani soldati brasiliani,per la maggior parte umili e disperati, in una terra lontana, in Europa. Gente che arrivava dai tropici e che si trovò ad affrontare la paura, il freddo e una differenza culturale delle stesse dimensioni dell’Atlantico, tutto questo per sopravvivere ad una guerra di cui non comprendevano le motivazioni e le dinamiche. |
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Chi sono i protagonisti del film? |
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Trattandosi di un film sul lato umano della guerra, come il famoso e pluripremiato “No man’s land”, la trama è incentrata sui personaggi e sulle loro contraddizioni. L’evento principale è l’incontro inusuale dei soldati brasiliani con l’Italia e gli italiani, i civili, i partigiani ed i nazi-fascisti.La storia si concentra sulle azioni e sul movimento di sette personaggi: cinque brasiliani, un italiano e un tedesco, persi nella terra di nessuno, quale era la Linea Gotica di allora. Il dramma parte da un gruppo di soldati brasiliani, arrivati impreparati in un paese stravolto dalla guerra, che si perdono nei boschi dopoun attacco di panico sul campo di battaglia. Si tratta di un film d’epocache ha come ambientazione principale le montagne gelide degli Appennini italiani, durante gli intervalli tra unabattaglia e l’altra. L’antagonista principale della storia non è l’esercito tedesco, ma il freddo intenso dell’inverno italiano del 1944. |
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Dove avete girato il film? |
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Girato in super 35mm, prevalentemente in esterni e dal vero, il film ha previsto l’utilizzo di una troupe agile e in continuo movimento, per valorizzare al meglio le locations dell’Appennino. La fotografia è incentrata su toni quasi monocromatici che evidenziano i contrasti creati da questi anonimi soldatipersi nell’immensità silenziosa e bianca delle montagne innevate italiane. |
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Cosa voleva trasmettere con più intensità allo spettatore? |
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La regia punta a mettere in luce la storia dei personaggi, le loro paure ed il loro profilo psicologico. “Road 47” non è un film di effetti speciali, grandi azioni militari e spiegamento di uomini e mezzi. È invece un film di personaggi, che non comunicano con facilità, che non si conoscono, che si temono tra loro ma che, al tempo stesso, si aiuteranno l’un l’altro. È una storia dedicata a questi due grandi paesi, per raccontare un lato abbastanza sconosciuto della storiografia di entrambi. Il punto di vista è quello di due umanità, semplici, che si incontrano nel mezzo della ferocia della guerra. Il film è destinato ad un pubblico internazionale, prioritariamente europeo e latino-americano. |
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