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Una carriera iniziata come co-fondatore di Dogma 95 e proseguita tra cinema e televisione, con alcune selezioni in festival prestigiosi: Kristian Levring porta ora sugli schermi italiani il western "The Salvation". Nel cast star internazionali come Eva Green ma anche attori noti al pubblico europeo quali Mads Mikkelsen e Mikael Persbrandt. Il regista racconta alla stampa il suo desiderio di misurarsi con un genere che lo ha affascinato fin da bambino. |
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Perché un western a questo punto della tua carriera? |
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Amo i western sin da quando ero un bambino. Realizzare “The Salvation” è stato come far rivivere l’universo immaginifico della mia infanzia, creare un mondo che è in tutti i sensi molto diverso dalla mia vita attuale. “The Salvation” è un tributo al classico western americano. In termini filmici il western è un genere arcaico. Mi sono chiesto varie volte perché ho deciso di riproporre un genere che alcuni definiscono morto e sepolto. La risposta è semplicemente che John Ford, Sergio Leone e Akira Kurosawa sono alcuni dei miei idoli. Riuscire a fare un film nel genere in cui loro eccellevano è stato come realizzare un sogno. |
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I protagonisti del film sono due fratelli di origine danese... |
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La maggior parte della persone che sono sopravvissute nel selvaggio west erano europei immigrati. Queste persone sono fuggite dalla guerra e dalla povertà con la speranza di iniziare una nuova vita. La storia del west è anche la nostra storia. È un racconto sulle persone che non avevano prospettive di vita in Europa. Persone che hanno abbandonato le loro radici per partecipare alla nascita di una nazione. Ma come costruire una vita in un mondo senza legge e giustizia? Quali meccanismi si innescano quando non si può chiedere aiuto a nessuno? |
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Il film rappresenta situazioni molto crudeli e violente... |
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Una famiglia assassinata, uomini giustiziati, la forza di un uomo, la sofferenza e il tempo della vendetta. I cattivi sanguinano nelle saghe nordiche e lo stesso dovrebbe accadere anche nei western americani... ho voluto che “The Salvation” raccontasse una storia di vendetta e rinascita in uno scenario leggendario. |
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Un elemento fondamentale del western è il paesaggio. Come vi siete trovati a lavorare in esterni? |
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Girare un film in un paesaggio deserto e sconfinato è sempre stato il mio desiderio, cogliere la forza e il fascino che emerge dal luogo, mentre aspettiamo che la luce formi sulla collina l’ombra di cui abbiamo bisogno per girare. Ricreare le nuvole di polvere o le piogge torrenziali è un piacere della mia infanzia che va oltre la necessità delle riprese, devo ammettere di essermi molto divertito durante ogni attimo del mio lavoro |
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Il cast del film è particolarmente affiatato... |
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Gli attori sono fondamentali. Non esiste un modo di semplificare quello che sono i dialoghi e i personaggi, loro sono sempre gli unici su cui un regista fa affidamento per portare la vita nel suo racconto. Realizzando “The Salvation” ho avuto la grande fortuna e il privilegio di lavorare con alcuni tra i più talentuosi attori sul mercato. Sono profondamente grato a tutti loro. |
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