Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Manetti Bros.

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Da molti spesso considerati come i due wonder boys del cinema italiano, Marco e Antonio Manetti sembrano avere raggiunto la maturità artistica con un piccolo, grande film intitolato Piano 17. Una produzione da poche decine di migliaia di Euro in cui tutti gli attori, i tecnici e gli stessi Manetti hanno investito loro stessi dimostrando che fare un altro tipo di cinema in Italia è possibile. Non solo sul piano produttivo, ma anche strettamente artistico, perché Piano 17 è un noir claustrofobico, dinamico e postmoderno.
Intervista Manetti Bros.: Domanda 1Qual è stata la genesi di Piano 17?
Giampaolo Morelli ci ha raccontato un soggetto molto interessante che raccontava la storia di tre persone chiuse in un ascensore con una bomba che sta per esplodere. Noi, invece, avevamo nel cassetto una vecchia storia di un gangster che - in qualche maniera - indaga su alcuni delitti che era collegata ad una rapina in banca. Fondendo queste due trame è uscito fuori Piano 17. Un film costato 65.000 Euro e realizzato con l'impegno di tutte le persone che hanno lavorato, diventate, automaticamente, anche produttori. Il valore complessivo del progetto, però, supera i 350.000 Euro. Va detta poi una cosa: i numeri non danno l'idea della grande ricchezza messa a nostra disposizione con la piena collaborazione e la passione di tutti. Cose che - la maggior parte delle volte - il denaro di una produzione non può comprare.
Intervista Manetti Bros.: Domanda 2Come avete girato questo film?
Con una Sony HDV: una telecamera che costa 4.000 Euro. Il risultato ha sorpreso molto anche noi. Prima di lavorare su Piano 17 abbiamo utilizzato questa macchina in due cortometraggi, girando la stessa scena prima con la DV e poi con l'HDV che era appena uscita. Abbiamo trasferito entrambe le sequenze in pellicola e - alla fine - la qualità dell'immagine è stata letteralmente sorprendente in favore della seconda. E' un tipo di ripresa che si avvicina molto alle possibilità offerte dalla pellicola. Poi abbiamo speso 18.000 Euro per il passaggio dal digitale in pellicola e per questa operazione siamo stati aiutati da uno sponsor. Girare un film a basso budget è ormai una necessità nel cinema italiano, con i tempi che corrono al box office. Produttori e distributori non dormono certo sonni tranquilli e il basso budget significa che puoi fare il film che vuoi, il tipo di cinema che vuoi, che puoi gestirti da solo, creando meno ansie intorno a te.
Intervista Manetti Bros.: Domanda 3Come avete costruito la narrazione?
Il film è lineare anche se è pieno di flashback: abbiamo pensato ai personaggi seguendo i temi e lo stile del film di genere. Abbiamo cercato di dare a tutti i personaggi la propria motivazione all'interno degli schemi del noir e del thriller. Siamo stati molto aiutati dal fatto di potere scrivere sugli attori. Nessuno di loro, nella vita, assomiglia al suo personaggio, ma quello di loro che avevamo visto sullo schermo ci aveva ispirato per cesellare i loro ruoli in una certa maniera.
Intervista Manetti Bros.: Domanda 4Da dove nasce l'equilibrio di questa sceneggiatura?
E' una crime story in cui ci interessava sottolineare l'elemento serio sfuggendo un po' al retaggio della commedia all'italiana. Ci sono dei momenti più comici e ironici, perché questi sono profondamente connaturati al nostro lavoro e - in un certo senso - fanno parte del genere, ma abbiamo cercato di mantenere la narrazione sempre molto 'secca' ed essenziale.
Intervista Manetti Bros.: Domanda 5C'è un'evidente evoluzione artistica da Zora la Vampira...
Sì, siamo cresciuti molto. Non dal punto di vista della tecnica, ma sicuramente sotto il profilo del sapere raccontare. Siamo ancora convinti della grande qualità della sceneggiatura di Zora la vampira e ci crediamo ancora, ma - forse - all'epoca non eravamo ancora pronti ad affrontare un film così difficile. Siamo estremamente grati a Carlo Verdone che ci ha donato una grandissima interpretazione. L'unico dubbio che ci rimane è che - forse - avremmo dovuto scegliere il basso profilo. Forse se avessimo potuto affrontare oggi quel progetto, con gli stessi mezzi a disposizione, il risultato sarebbe stato diverso.
[ fonte: Marco Spagnoli, [a href="http://cinema.dada.net" target="_blank"]Cinema.it[/a] ]
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Piano 17
di Antonio Manetti, Marco Manetti
Thriller, 2005
105 min.
Film diretti:
2013  Song 'e Napule
2012  Paura
2011  L'arrivo di Wang
2005  Piano 17
David di Donatello 2006
Il trionfo di Nanni Moretti