Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Steven Soderbergh

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Il degrado della periferia Usa sotto l'obiettivo di Steven Soderbergh. Una tragedia ordinaria in digitale: il suo film ultra-sperimentale presentato a Venezia 2005, Bubble, inquadra esistenze drammaticamente subordinate, che cadono a pezzi quando il sogno americano è già in frantumi da decenni. Spazio dunque alla violenza, una violenza mediocre, gretta e disutile. Ma stabilire chi è colpevole e chi no è fatica sprecata...
Intervista Steven Soderbergh: Domanda 1Cosa è cambiato da Sesso, Bugie e Videotape ad oggi?
Sex, Lies and Videotapes era un film minimalista, la tipica opera a stelle e strisce che piace agli europei, immediatamente ben disposti nei confronti di un postmoderno fra quattro mura che mischiava abilmente i due piani di rappresentazione della realtà, quello cinematografico e quello del video: il film alla fine è la storia di due linguaggi che si rifondano ibridandosi, accettando il confronto. Sicuramente sono cambiate molte cose, inziando dalle tecnologie digitali, che allora non avevano la resa che hanno adesso e con le possibilità di fare le mie scelte ora che come regista ho un peso specifico maggiore.
Intervista Steven Soderbergh: Domanda 2Di film in film abbiamo visto formarsi intorno a lei un gruppo di colleghi, anzi di amici, ce ne parli.
Se vuoi chiedere un piacere ad una persona puoi farlo, e questa può accettare, l'importante e che può dire no, se vuole. Ad esempio Julia Roberts ha lavorato per una paga di 3.000 dollari, che rapportata ad i suoi standard voi capite bene..., ma avrebbe potuto rifiutare perchè io le ho lasciato la possibilità di farlo in modo elegante. Occorrono persone particolari, che vogliono fare qualcosa di diverso e con una forte auto ironia, come Brad Pitt ad esempio.
Intervista Steven Soderbergh: Domanda 3E’ stato più divertente girare una storia con una sceneggiatura articolata come Traffic o un film con un cast stellare come Ocean’s? Oppure cimentarsi 'lontano dal paradiso' con Solaris?
Non è il cast l'elemento più importante del film. Certo sono stato fortunato a lavorare con Clooney, Garcia, Pitt e Damon, ci siamo divertiti molto. Ma in realtà la storia è la vera protagonista. Pensiamo a Solaris. Una pellicola un po' anomala: un film di fantascienza, pochi attori, un ritmo contenuto. Capisco bene che è molto diverso da tutto quello che ho realizzato prima. Mentre lo stavo girando mi accorgevo di quanto fosse differente dalle mie altre cose. Ecco perché credo di essere stato ansioso di realizzarlo. Non c'era nessun passaggio conosciuto, nessuna guida. Per me ogni scena rappresentava un territorio inesplorato. Una metafora che non riesci a comprendere completamente. Potrebbe essere una metafora per Dio, per la morte, per l'amore. E' uno specchio in cui guardarsi. L'intero film si occupa di capire se è arrivato davvero il momento di arrenderti a te stesso. Questo ha anche un senso dal punto di vista della fotografia: visivamente Full Frontal era di proposito antiestetico Con Solaris, invece, ho voluto raggiungere un'estetica ben precisa.
Intervista Steven Soderbergh: Domanda 4A proposito di Solaris, in che rapporto sta il suo film con quello di Tarkovskij?
La più grande differenza tra il mio film e quello di Tarkovskij è che noi ci occupiamo di quello che è accaduto tra Kelvin e sua moglie sulla Terra. Mi interessava fargli esplorare l'idea che una relazione non è necessariamente predestinata a fallire, solo perché questo è già accaduto in passato.
Intervista Steven Soderbergh: Domanda 5La 'serie' Ocean’s sembra idealmente proseguire Out of Sight, con lo stesso Clooney, ladro e gentiluomo, crede di avere rilanciato un genere? E il confronto inevitabile con Colpo Grosso?
Veramente abbiamo pensato a molti altri film, non solo ad Out of Sight, ma, per esempio, anche a I tre giorni del Condor. Il ladro gentiluomo è un genere che non ha bisogno di essere rilanciato. Il confronto con Colpo Grosso non credo che sia inevitabile, noi abbiamo fatto il nostro film, con caratteristiche diverse.
Intervista Steven Soderbergh: Domanda 6Passiamo a Bubble, qualcosa a proposito delle modalità distributive del film...
Il nostro progetto all'inizio era di trarre vantaggio dalla tecnologia digitale per farlo uscire nello stesso formato in tutti e quattro mercati. Crediamo che sia un passo inevitabile sia il cinema dovrà intraprendere. Forse non per tutti i film, ma per molti sarà così. E' il modo migliore per il consumatore di vedersi un lavoro, quello di lasciar scegliere a lui dove e a quale costo vedere.
Bubble è il primo di sei film che realizzeremo con queste modalità distributive. Non c'è un limite entro il quale completare il ciclo. Saranno sei film da qui a quarantacinque anni.
Intervista Steven Soderbergh: Domanda 7Tempo fa lei affermò di volersi allontanare da Hollywood per farci ritorno solo dopo un po' di tempo, adesso con questo film ritorna ad un'anima che sa più di cinema indipendente.
Aiuta molto per me passare da film dalle produzioni grosse come Ocean's twelve a questi più "gestibili". Si riesce a presentare storie in maniera più interessante, con più riflessione.
Intervista Steven Soderbergh: Domanda 8Come mai ha scelto attori non professionisti?
Volevo trovare la naturalezza, la spontaneità. Cercare di mescolare la realtà e la fiction in maniera meno aggressiva di quello che fanno in tv i reality show. Nei reality la persona viene assalita, perché è lo show a primeggiare. Io volevo raccontare invece la vita di queste persone. Ho chiesto agli attori di portare il massimo della loro vita nel film, perché volevo fare una sorta di testamento.
Intervista Steven Soderbergh: Domanda 9Non pensa di aver fatto un film solo per un certo tipo di pubblico?
Non so quale sarà la risposta al film, come la gente reagirà. Non è un film tradizionale, ma non è neanche oscuro, è piuttosto semplice Dal punto di vista estetico la pellicola assomiglia più ad un film europeo che americano, perché dà spazio al pubblico, mentre i film di Hollywood sono spesso visti in modo passivo, poiché tutto è elaborato, il pubblico è solo l'ultima pedina. Bubble invece è più interattivo, richiede uno sforzo da parte del pubblico.
Intervista Steven Soderbergh: Domanda 10Come mai la scelta dell'Ohio e della fabbrica di bambole?
E' stata una vera e propria fortuna. Da una parte mi serviva un luogo dove la provincia, la povertà, la sopravvivenza, fossero un sentimento percepibile già dalle immagini dell'ambiente. Un mio amico su Internet trovò l'idea della fabbrica di bambole. In America ne sono rimaste solo 3, tutte le altre hanno chiuso e si sono trasferite in Cina. Due delle tre rimaste aperte si trovano proprio in Ohio. Una di queste è stata la nostra scelta. E' stato meglio di quanto mi aspettassi.
Intervista Steven Soderbergh: Domanda 11Progetti futuri...
Ci sarà un thriller con George Clooney, mentre nella prossima primavera inizieremo a girare un film su Che Guevara. Sto lavorando anche ad un documentario, ma ci vorranno ancora un paio d'anni. Ocean’s 13? Porterò presto a tre il numero di film dedicati a Danny Ocean, trasformando la 'serie' in una vera e propria trilogia.
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Bubble
di Steven Soderbergh
Thriller, 2005
73 min.
Film diretti:
2013  Dietro i candelabri
2013  Effetti Collaterali
2012  Magic Mike
2011  Knockout - Resa dei conti
2011  Contagion
2009  The Informant!
2008  Che - Guerriglia
2008  Che - L'argentino
2007  Ocean's thirteen
2006  Intrigo a Berlino
2005  Bubble
2004  Eros
2004  Ocean's twelve
2002  Full Frontal
2002  Solaris
2001  Ocean's eleven
2000  Traffic
2000  Erin Brockovich
1999  L'inglese
1998  Out of sight
1995  Torbide ossessioni
1993  Piccolo, grande Aaron
1991  Delitti e segreti
1989  Sesso, bugie e videotape
Atri film:
2015  Magic Mike XXL
2001  Waking life
1997  Nightwatch
Steven Soderbergh
La finzione implicita in ogni manifestarsi
Festival di Venezia 2005
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Steven Soderbergh
Leggi l'intervista a Steven Soderbergh per “Intrigo a Berlino