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Quest’anno il Festival di Pesaro ha voluto rendere omaggio al cinema argentino, contemporaneo e non, proponendo una retrospettiva interamente dedicata a Leonardo Favio (uno dei più grandi registi e cantanti degli anni’60) e una sezione dedicata, per l’appunto, al cinema argentino contemporaneo. Della situazione attuale del cinema argentino abbiamo parlato con Bernardo Bergeret, responsabile dei rapporti internazionali dell’INCAA (Instituto Nacional de Cine y Artes visuales Argentina) |
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Tutti i film che stiamo vedendo in questa rassegna viaggeranno anche in altri Paesi? |
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No, questa rassegna si svolge solamente a Pesaro, anche se in qualche modo gran parte dei film che vengono proposti hanno viaggiato, o viaggeranno, per altri Festival nel mondo. |
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Come descriverebbe la produzione argentina in questo momento? |
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La produzione argentina attualmente è molto solida; di tutta questa “nuova generazione”, per esempio, va segnalato che Pablo Trapero ha appena ultimato il suo ultimo film (Nacido y criado) che a breve uscirà nelle sale argentine, Adrián Caetano ha appena presentato a Cannes Crónica de una fuga, e Lucrecia Martel sta finendo di girare il suo terzo lungometraggio; sono segnali di come il “nostro” cinema stia vivendo una stagione più che positiva, grazie anche all’appoggio dell’Istituto Nazionale Cinematografico che, con la conduzione attuale di Jorge Álvarez (già vice presidente per quattro anni), sta svolgendo un compito molto importante affinché questa duri il più a lungo possibile. |
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In questa situazione, che ruolo ha l’INCAA e quali sono le forme di aiuto ai cineasti argentini? |
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L’INCAA appoggia la produzione di molti film attraverso sussidi e crediti; le risorse si generano attraverso il 10 per cento delle entrate dei botteghini, dalla pubblicità televisiva, e dall’acquisto e dal noleggio di dvd e videocassette. Oltre a questo può contare su un comitato che esamina e approva nuovi progetti, in parte finanziati anche dal Ministerio de Fomento*. A questo si aggiunge un forte interesse per le co-pruduzioni, soprattutto con la Spagna, Uruguay, Cile, Colombia, Francia e Germania, mentre proprio in questi giorni il Presidente (Álvarez) si è incontrato con Gaetano Blandini (Direttore del dipartimento dello spettacolo – sezione cinema – del ministero dei Beni Culturali, ndr) per l’attuazione di un accordo sottoscritto in passato e che promuove co-produzioni italo-argentine. |
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L’INCAA promuove anche il film prodotti in formati che non siano necessariamente in 35mm? |
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Si, per esempio l’istituto ha appena riversato in 35mm il film di Sergio Mazza, El Amarillo, che è stato girato in video, ma che grazie a questa “trasformazione” può essere presentato al prossimo Festival di Venezia. Questo succede frequentemente. |
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All’anno, quanti progetti vengono presentati all’INCAA? |
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Beh, siamo più vicini al migliaio che alle centinaia!...
Ad ogni modo, per fare un esempio, nel 2005 sono state prodotti circa 70 film. |
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E di questi, quanti escono poi nelle sale? |
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Praticamente tutti. |
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In Italia qual è il canale più diretto per vedere film argentini? |
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Beh, per esempio a Roma c’è uno Spazio-Incaa, che si chiama Casa Argentina e che dipende dalla ambasciata, dove è possibile assistere a diverse proiezioni dei “nostri” film. Inoltre è prevedibile che un grande impulso le venga dato dal prossimo Festival di Roma, che si svolgerà proprio da quelle parti. (La Casa Argentina si trova a Via Veneto, ndr). |
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In definitiva, il cinema argentino si può dire che attualmente viva un periodo “felice”? |
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Decisamente sì. La politica è ora quella di affiancare le varie partecipazioni ai diversi Festival sparsi per il mondo ad una concreta e massiccia spinta per la distribuzione (e, di conseguenza, la vendita) dei film stessi. Ovviamente l’INCAA non ha funzione di lucro, ma solo di promozione del cinema nostrano, ed è chiaro che la crescita del mercato in senso lato di questi film fa in modo che tanti altri abbiano la possibilità di uscire.
*Ministero per le infrastrutture pubbliche e il progresso. |
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