Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Alejandro Gonzalez Inarritu

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I sottili e misteriosi legami tra persone diverse, le separazioni linguistiche e sociali, sono al centro della riflessione dell'ultimo film di Alejandro Gonzales Inarritu - Premio alla Regia allo scorso Festival di Cannes - che per raccontare quattro storie ambientate in luoghi differenti, ha chiamato attori come Brad Pitt, Cate Blanchett e Gael Garcia Bernal. Sarà nelle sale dal 27 ottobre, "Babel", come la Babele della Bibbia, dove le lingue degli uomini - puniti per il loro orgoglio - venivano confuse da Dio.
Intervista Alejandro Gonzalez Inarritu: Domanda 1Qual era il suo obiettivo con Babel?
Mostrare quello che succede oggi con tutti quanti noi. Esplorare la creazione dell'alterità e capire perché consideriamo la diversità quasi sempre come una minaccia. Oggi essere diversi significa non capire e non essere capaci di ascoltare gli altri. Non si tratta solo di governi contro governi, ma anche di padri contro figli, mariti contro mogli: è un film sul nostro non essere capaci di stare a sentire e io ne volevo parlare.
Intervista Alejandro Gonzalez Inarritu: Domanda 2Cercando quale tipo di confronto narrativo ed emotivo?
Contro i confini esistenti nella nostra anima: i preconcetti che ci sono stati instillati dai nostri padri e che vengono alimentati dalla televisione e dalla radio. Gli archetipi che ci arrivano da religioni, razzismo, pregiudizi e che ci fanno giudicare in anticipo tutto quanto. Volevo fare un film sul pregiudizio, senza cadere nel pregiudizio.
Intervista Alejandro Gonzalez Inarritu: Domanda 3Stilisticamente Babel è meno frammentato rispetto al suo predecessore...
21 grammi è stato un film sperimentale in cui la scena precedente non aveva nulla a che fare o quasi con quella che lo seguiva. L'esperienza emotiva di vedere un film come questo, già narrativamente diviso in storie differenti, è emotivamente molto frammentata: questa volta io e Guillermo Arriaga volevamo essere più lineari e seguire una scansione cronologica più semplice per fare in modo che il pubblico fosse meno distratto dalle immagini e riuscisse più facilmente ad entrare nei temi della pellicola. Meno struttura e più flusso di emozioni. Ho voluto tornare allo stile del passato solo verso la fine quando c'è la scena della telefonata di Brad Pitt. Un piccolo cambiamento per fare in modo che il pubblico capisca meglio dove si trovano i personaggi in quel momento e a che punto si trova ogni storia.
Intervista Alejandro Gonzalez Inarritu: Domanda 4Anche questo film, però, parla delle coincidenze che legano le persone in maniera misteriosa e speciale...
Credo che il tipo di connessione che mi interessa esplorare non sia di natura fisica o accidentale dovuta alla trama:
quello che io provo a fare in Babel è partire dalla considerazione che per ciascuno di noi sono diverse le cose che ci rendono felici. Lo stesso vale per i personaggi del film. Volevo parlare dell'impossibilità dell'amore: dell'essere toccati dall'amore, del toccare con amore qualcuno e di esprimere questo sentimento. Questa è una delle esperienze più dolorose che ogni essere umano ha provato nella sua vita e che ci rende tutti un po' pazzi. L'altra nasce dalla comprensione di quanto vulnerabili siano le persone che amiamo. Tutti i personaggi del film, indipendentemente dalla loro cultura, dal loro paese, dall'età, dalla classe sociale, dalla religione sono incapaci di esprimere loro stessi.
Intervista Alejandro Gonzalez Inarritu: Domanda 5Cosa pensa del fatto che quest'anno a Cannes sono stati selezionati molti film in lingua spagnola?
Sono molto contento, fortunato ed orgoglioso: Thierry Fremeaux, il direttore del Festival, ha compreso e appoggiato le trasformazioni del cinema latino americano. Ha capito bene quello che succede nella cinematografia in lingua spagnola dove ci sono grandi registi, attori e storie interessanti da raccontare. Quando sono venuto sulla Croisette con Amores Perros era praticamente impossibile che venissero scelti tanti film in spagnolo e - soprattutto - provenienti dall'America del Sud. Oggi, sei anni dopo, c'è stato un grande cambiamento dovuto proprio a Festival come Cannes.
[ fonte: Marco Spagnoli, Cinema.it ]
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Babel
di Alejandro Gonzalez Inarritu
Drammatico, 2005
135 min.
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