Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Ethan Hawke

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La capitale accoglie Ethan Hawke, sbarcato per la presentazione della sua prima seria performance da regista. "L'amore giovane", in uscita il 23 Marzo, parte da uno spunto autobiografico; nei panni del protagonista c'è però Mark Webber: dieci anni dopo aver scritto il libro, Ethan sceglie un punto di vista esterno e impersona la figura del padre. Ospite all'Auditorium degli "Incontri col cinema americano", Hawke racconta la sua esperienza da regista che si aggiunge a quelle da scrittore, sceneggiatore ed attore.
a cura di Glauco Almonte
Intervista Ethan Hawke: Domanda 1Ethan Hawke esordisce a 14 anni, ma tutti quanti lo ricordano per “L’attimo fuggente”...
Sì, ed è giusto: “L’attimo fuggente” rappresenta il momento in cui per la prima volta mi sono sentito un attore. Peter Weir, il regista, mi ha fatto sentire un suo collaboratore, mentre io stavo lì senza nemmeno sapere il perché; è riuscito ad infondermi fiducia nelle mie capacità. C’è una scena (quella in cui Robin Williams lo costringe ad improvvisare ad occhi chiusi davanti alla classe, ndr) dopo la quale ho provato una sensazione fortissima, e mi sono detto: «ecco cosa voglio fare nella vita, provare di nuovo questa sensazione».
Intervista Ethan Hawke: Domanda 2Messa in questo modo sembra il ritratto di uno sprovveduto che si rende conto di cosa sia il cinema facendolo:
Ed è così, infatti. Ho rivisto il mio provino per “L’attimo fuggente”, si vede solo una gran massa di capelli che mi copre interamente il viso, non avevo la minima idea di cosa facessi. A diciotto anni avevo una grandissima ammirazione per i registi, per me quello che facevano era magia, volevo diventare regista anch’io. Poi l’ho fatto, e ho imparato quanto contino gli attori...
Intervista Ethan Hawke: Domanda 3L’incontro con Peter Weir è stato una fortuna. E’ il tuo punto di riferimento, come regista?
Praticamente è stato il primo, ed è stato molto importante. Poi però ho continuato: un giudizio complessivo non può prescindere da due figure, Andrew Niccol e Richard Linklater. Da ragazzo guardavo al cinema europeo come una forma d’arte: loro due rappresentano il massimo di questo tipo di cinema indipendente americano.
Andrew Niccol usa l’allegoria, la metafora, è un regista politico-sociale. Linklater somiglia a Fassbinder, un po’ ad Altman nel dialogo, nella conversazione. In “Prima dell’alba” richiama Eric Rohmer. E’ geniale. Sono due personalità uniche, vanno protetti.
Intervista Ethan Hawke: Domanda 4Adesso molti ti associano a Cassavetes...
Amo Cassavetes per la sua indipendenza, il suo essere fuori dagli schemi: per me rappresenta il regista euro-americano per eccellenza.
Intervista Ethan Hawke: Domanda 5In molti dei film che hai interpretato, come ne “L’amore giovane”, ritorna il tema dell’adolescenza.
Già: probabilmente è che io sono incapace di crescere...
Mi interessa molto il viaggio verso la maturità, verso la responsabilità, un viaggio che, volendo, non ha mai fine. Anche nei libri che ho scritto il tema è quello.
Intervista Ethan Hawke: Domanda 6Che relazione c’è tra il cinema e la letteratura? Tra il modo di fare l’uno e l’altra?
Il cinema è un processo di condivisione, di collaborazione con chi, appunto, condivide le tue aspirazioni, le tue idee. La letteratura invece è una forma di espressione solitaria. L’uno a l’altra sono importanti, secondo me c’è bisogno di entrambi questi momenti, quello d’unione e quello più intimo, individuale. Io sono fortunato proprio perché passo dall’uno all’altra, poi ritorno al primo, e così via.
Intervista Ethan Hawke: Domanda 7Parlando de “L’amore giovane”: hai scritto il libro dieci anni prima di realizzare il film.
Sì, quando ho scritto il libro naturalmente non avevo idea che un giorno ne avrei tratto un film. A distanza di dieci anni ho capito il libro diversamente, mi sono reso conto che è incompiuto e ho aggiunto qualche scena. Il tempo che è passato è servito a me per distanziarmi da quello che avevo scritto e riuscire a riprenderlo in mano e a modificarlo. Poi, che dire, ci vuole sicuramente un ego smisurato per scrivere un libro, trasformarlo in una sceneggiatura, girarci un film e interpretarlo...
Intervista Ethan Hawke: Domanda 8Tu però fai anche teatro: è importante per un attore di cinema?
Fondamentale, anzi è più importante del set: il teatro è nel momento, non nel passato. Terrore ed esaltazione sono come una magia che crea legami in quel momento. Superare la paura sul palcoscenico è una costante, la paura ti lascia nudo, non ci sono menzogne.
Intervista Ethan Hawke: Domanda 9Che tecnica usi per recitare? C’è una metodo vero e proprio o prevale l’improvvisazione, l’ispirazione?
E’ la disciplina, nella mia esperienza, a portare a un’ispirazione. Secondo me crearla come per magia è impossibile. Da registi straordinari ho imparato una tecnica eclettica, utilizzare la propria consapevolezza emotiva nei confronti delle situazioni e sperare che fuori ci siano persone che provano le stesse emozioni.
Intervista Ethan Hawke: Domanda 10E il rapporto con gli altri attori sul set?
Dipende, a volte si riesce a interagire anche nel modo di recitare, nell’intenzione, non solo nell’azione. Ad esempio Gwyneth Paltrow in “Paradiso perduto” voleva fare una scena (la scena clou, quella in cui Hawke la ritrae nuda, ndr) ma era tesa perché aveva paura che Cuarón la mostrasse nuda. C’è voluta una giornata per riuscire a farla rilassare, riuscire a produrre dell’erotismo reale senza minare il suo senso di sicurezza e di fiducia nei confronti del regista.
Intervista Ethan Hawke: Domanda 11Abbiamo detto che sei anche sceneggiatore: ormai sono molti i film ai quali hai collaborato, a iniziare da “Prima dell’alba”:
La sceneggiatura di “Prima dell’alba” è di Linklater e Kim Krizan, ma più che altro era una traccia: ci abbiamo lavorato molto insieme, cercando di capire anche al di fuori del set se una scena potesse funzionare. La scena iniziale, quella della seduzione sul treno, è stata la più difficile da scrivere; l’abbiamo testata su Julie Delpy: per 1 mese in albergo ho provato a convincerla a scendere dal treno tra improvvisazioni e tutte le idee che ci venivano in mente e lei rispondeva sempre (con voce acida) «No, io per questo non scendo! Dev’essere intelligente, non solo per portarmi a letto». Che stress...
Intervista Ethan Hawke: Domanda 12Per finire, Ethan sceglie una scena di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, di Milos Forman.
Oggi c’è pressione a non tentare di fare le cose per paura del fallimento. Per me invece tentare è fondamentale. Mentre scrivevo la sceneggiatura di questo film sulla macchina da scrivere avevo attaccato una battuta pronunciata da Jack Nicholson (la scena è quella in cui prova invano a spostare un pesantissimo mobile per rompere la vetrata ed evadere, ndr) che sento profondamente mia: «almeno io ci ho provato».
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