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Prostitute, borseggiatori, pregiudicati, maniaci sessuali: questi sono i personaggi, i compagni di avventura dei frequentatori dei cinema chiamati 'Grindhouse', sale cinematografiche di periferia, attive negli anni 60 dove venivano programmati b-movies diversi, uno di seguito all'altro, storie 'forti', trame estreme di genere horror o azione, tutte contraddistinte da cast e registi sconosciuti. In omaggio a questi templi, in una sorta di recupero di materiali 'poco nobili', Tarantino firma l'episodio "A prova di morte" all'insegna di sesso & violenza. |
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L'11 settembre, la guerra e tutto ciò che sta accadendo nel mondo, hanno cambiato il suo modo di fare arte? Non vorrebbe fare film con meno violenza? |
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Niente di quello che è cambiato nel mondo ha cambiato il mio modo di fare. La mia arte, la mia voce, la mia immaginazione, i miei personaggi, il mio modo di raccontare una storia vanno per la loro strada a prescindere da quello che succede sul pianeta Terra, è il mio lavoro. Se desidero fare film in cui non ci sia di mezzo la violenza? Me lo chiedono spesso... Io giro film del genere, è vero, ma lo faccio a modo mio. Il primo copione che ho scritto è stato "Una vita al massimo". C'è molta violenza in quel film, ma è una commedia romantica, in tutti i sensi. Non sto scherzando! So che è il film preferito di molte persone, o dei loro mariti. O delle loro mogli. Parecchi mi citano le battute del matrimonio dei protagonisti, Alabama e Clarence, per esempio. E' un film romantico in cui c'è anche violenza. |
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La violenza e il sesso nei suoi film... |
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Né il sesso né la violenza nei film sono pericolosi, secondo me. E comunque non è un problema mio: se pensiamo ai bambini, devono essere i genitori a decidere se i loro figli possono o non possono vedere un certo film, anche se alla fine sappiamo benissimo che lo faranno lo stesso da soli. E' normale, fa parte dell'essere bambini: tutti i ragazzini cercano sempre di vedere quello che non dovrebbero, non resistono alla tentazione del frutto proibito... Fa parte del gioco. |
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Come sono le donne in questo film? |
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In "Grindhouse" Kim e Zoe sono due stuntwomen e questa non è necessariamente una caratteristica maschile, c'è un'intera storia di donne che hanno fatto le stunt. Non sarebbe stato corretto dargli dei tratti maschili: certo, sono due pesti, ma non lo sono solo gli uomini! Si mantengono da sole, e anche questa non è una cosa solo da uomini. Lo fanno tutti gli esseri umani, dipende solo da che tipo di essere umano si intende. Sono molto fiero dei personaggi femminili del mio film proprio perché sono molto femminili. Parlano come vere donne, come delle qualsiasi ragazze di oggi. |
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Lei è considerato un regista di film "di genere". Condivide qusta opinione? |
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In tanti mi liquidano dicendo che faccio film di genere, ma ogni film lo è, ogni singolo film è un film di genere o di sottogenere. Voglio dire, per me i film di Eric Rohmer sono film di genere, sono film di Eric Rohmer, e se tu fai un film come i suoi fai un film alla Eric Rohmer. Stessa cosa con John Cassavètes. Quando giri un film così è ovvio che cadi nel genere! E comunque è grazie a me che Eric Rohmer è diventato uno dei registi francesi più popolari di Manhattan Beach: sono stato io a reclamizzarlo quando lavoravo lì. |
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E' stato contento di tornare a Cannes? |
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La adoro. Da piccolo leggevo sempre di Cannes sognando di andarci, e poi sono stato invitato davvero con "Le iene". Il direttore l'aveva visto e l'ha voluto al Festival... Non ero in concorso, ma vedere il mio primo film sullo schermo del Palais è stato fantastico. Se devo scegliere il momento della mia vita che supera tutti gli altri è quando ho vinto la Palma d'Oro. Sentire Clint Eastwood che diceva "Pulp Fiction"... Sono saltato su come se fossi a una partita di football. La Palma d'Oro è più degli Oscar, più di tutto. |
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[ fonte: Trovacinema.it ] |
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