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Michael Moore colpisce ancora. Questa volta il suo bersaglio è il sistema sanitario statunitense che costringe migliaia e migliaia di persone a morte certa perché prive di un'assicurazione. Ma questo argomento non è che il prologo di "Sicko" - presentato in concorso a Cannes - perché in un breve arco di tempo l'attenzione si concentra su quelli che invece una copertura assicurativa ce l'hanno ma scoprono che le grandi e piccole società del settore escogitano qualsiasi strategia per evitare di pagare il dovuto. |
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I sistemi sanitari che lei ha citato, quello italiano in particolare, non sono perfetti... |
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Lo so, ma questo non mi riguarda. E' un problema che sta a voi risolvere. Una cosa è certa: il vostro sistema, con tutti i suoi difetti e le sue falle, resta un modello a cui ispirarsi. Il sistema francese è il migliore del mondo, gli altri sono comunque superiori al nostro. Lei scambierebbe la sua tessera sanitaria per quella di un qualsiasi cittadino americano dopo avere visto il mio film? Non credo proprio... |
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Cosa ha determinato lo stile di questo film? |
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Dopo "Farenheit 9\11" ho deciso di fare un altro tipo di film : volevo sviluppare un tono diverso per dire cose differenti. La motivazione di questa scelta sta soprattutto nell'idea che "Sicko" dovesse diventare una sorta di 'chiamata alle armi' per il pubblico nel momento in cui si alza dalle poltrone del cinema. Così non ho cercato i confronti con i potenti che hanno caratterizzato tutto il mio lavoro precedente. Desidero che gli spettatori si sentano responsabilizzati e siano loro a cercare le soluzioni per questa situazione. |
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Qualcuno ha notato la sua assenza negli ultimi anni: proprio quando Bush è al suo minimo storico... |
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E' vero, ma è stata una scelta consapevole. Negli ultimi due anni e mezzo me ne sono rimasto tranquillo a fare il mio lavoro, perché non desideravo partecipare a questo clima di strepiti e urla contro George Bush. Gli americani sanno che le cose vanno male e nutrono un forte desiderio di cambiamento. |
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E' preoccupato dall'attacco frontale che subirà dalla Casa Bianca e dai conservatori? |
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Nutro una grande fiducia nel popolo americano: so che alla fine capirà. Il fatto che io abbia portato a Cuba delle persone abbandonate dal governo americano per curarsi non significa che la gente penserà a Fidel Castro e alla propaganda di Bush. La gente non lo ascolta più: meno del 28% dei miei connazionali si fidano ancora di lui. Non credo che la gente guardi più al mondo con lo stesso cappuccio che gli ha messo Bush in testa nei primi anni della sua presidenza. Se dovesse parlare male di me credo che le persone si metterebbero a ridere. Certo, le compagnie farmaceutiche e i creatori di questo sistema sanitario guarderanno con sfavore al mio lavoro e, forse, loro sì che sono più spaventosi di Bush. |
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Sicko non è un film 'partigiano'... |
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No, perché sia i repubblicani che i democratici del Congresso hanno, in qualche maniera, a che fare con questo stato di cose. Gli americani devono pensare ad una riforma del nostro sistema elettorale per fare in modo che i politici non siano più degli ostaggi delle compagnie che hanno finanziato le loro campagne elettorali. |
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Perché ha scelto di non partecipare al Concorso a Cannes? |
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Era nello spirito del film: io uso il 'noi' e non parlo in prima persona singolare. Non mi sembrava giusto e non volevo sembrare l'americano ingordo che dice: "Datemi un'altra Palma d'oro!". Desideravo mostrare un atteggiamento diverso. Sono molto grato per quello che è successo l'ultima volta. So che negli Usa mi attende la tempesta, ma qui preferivo venire con un altro atteggiamento. Forse, non tipicamente americano... |
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[ fonte: Cinema.it ] |
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