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A nove anni dall'ultimo film, Francis Ford Coppola sceglie la città eterna come palcoscenico per il suo ritorno alla regia: "Youth Without Youth" ("Un'altra giovinezza" il titolo italiano), in sala dal 26 Ottobre, ha colpito il pubblico al punto tale che in conferenza stampa, dopo la proiezione, ancora nessuno riusciva ad azzardare un giudizio di merito sul film.
Di fronte ai giornalisti, il regista del "Padrino" e di "Apocalypse Now" parla del cinema come innovazione. |
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 Parliamo della produzione di questo film: non un kolossal. |
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“Youth Without Youth” non è un film a basso costo, posso dirlo tranquillamente visto che l’ho finanziato io… Abbiamo utilizzato diverse location, mezzi costosi.
Ho sempre voluto essere un cineasta autonomo, ma avere copioni più interessanti e fare film più personali è stato possibile solo a una certa età e dopo aver maturato determinate credenziali. |
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| Il film è stato girato in Romania. |
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| La Romania è un paese di grande tradizione teatrale, musicale, intellettuale. 50 parti del film sono state assegnate ad attori rumeni. La Romania è in un periodo di grande fioritura, adesso che è entrata a far parte dell’Unione Europea. Si tratta di un paese in grande crescita, con molti giovani innamorati del cinema – un film rumeno ha appena vinto a Cannes – e un ottimo vino. |
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| A Roma non è potuto venire Osvaldo Golijov, che ha curato le musiche del film. Come si è trovato a lavorare con il compositore argentino? |
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| Benissimo: Osvaldo è un grande compositore classico, è argentino ma vive da diversi anni a Boston. Io poi vengo da una famiglia di musicisti, posso dire di lui che è eccezionale e che farà sicuramente altri film con me. |
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| Sulla stampa si è parlato di un suo attacco ad Al Pacino, Robert De Niro e Jack Nicholson: come lo giustifica? |
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| Io ho soltanto rispetto, ammirazione e affetto per loro: sono rimasto colpito quando ho letto l’articolo del Daily News, un collage di frasi estrapolate ad arte da discorsi fatti in diverse occasioni. Non c’è nulla di vero, voglio ribadirlo una volta per tutte. Anzi, voglio aggiungere una considerazione: non sono io che ho fatto loro, sono loro che hanno fatto me. Magari qualche volta ho mosso loro una critica, ma, come diceva Mario Puzo, “it’s only business”. |
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| Tornando al film: non le sembra che la storia cominci con Kurtz di “Apocalypse Now”? |
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| La storia comincia con l’inizio del film, non prima. Credo che sia la storia di molte persone di mezza età, non soltanto la mia; è comunque l’espressione dei miei sentimenti, ci sono sempre e inevitabilmente dei collegamenti con fasi diverse della propria vita. |
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| Una simbologia visiva pervade il film. |
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| Ho sempre pensato che il cinema si legasse più alla poesia che alla fiction narrativa; la metafora è la miglior espressione del cinema. |
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| Il discorso sul film verte sul lato filosofico: |
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| E’ difficile mostrare cosa si pensa, la progressione temporale. Il tempo è un concetto che va messo in relazione con la consapevolezza. Per me fare un film equivale a fare una domanda, soltanto alla fine, quando il film è finito, hai la risposta. |
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| Sui temi del film: l’amore, la guerra… |
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| Non è immediato sapere come elaborarli. “Youth Without Youth” è una fiaba crepuscolare, mi richiama alla mente Borges. Quando ho letto la storia non riuscivo a credere quante cose capitassero… però ho scelto di fare un film ‘vedibile’, che si potesse metabolizzare, non uno inaccessibile. Se poi lo si rivede si possono aumentare le sensazioni, non c’è bisogno di stare lì a dipanare. |
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| I primi giudizi dei quali si è letto sono quelli di Spielberg e Scorsese… |
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I primi a vedere il film sono stati i colleghi: George Lucas ha un cinema con uno schermo enorme nel quale va in scena la ‘prima’ per noi, amici e colleghi.
Penso che quando si è all’apice della carriere si provi tutti la stessa cosa: tutti vogliono realizzare progetti che vadano a contribuire alla letteratura del nostro settore, nessuno vuole sentirsi un regista intrattenitore. |
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| E’ cosciente del fatto che “Youth Without Youth” sia un film rischioso? Che possa dividere un pubblico che, tendenzialmente, pensa al passato? |
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Quando si fa un film inusuale, non una copia, quando si entra in un nuovo territorio si sa perfettamente che ci vorrà del tempo per il pubblico per decidere se gli piace o meno. Non si tratta di “Spider Man” o di “Shrek”, che sono immediatamente fruibili.
Non credo che ci si debba preoccupare delle reazioni immediate, chiedo solo che il pubblico lo trovi interessante; non bisogna essere prigionieri del successo immediato, e innovare vuol dire rischiare. |
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| Farà mai un “Padrino parte IV”? |
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| Già andare oltre la prima parte è stato molto. Io non voglio ripetere. |
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| E della moda di fare dei remake, cosa ne pensa? Farà mai il remake di qualche film? |
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| Ogni remake è una perdita di risorse e di energie. I film belli devono rimanere tali, meglio spendere per fare dei film nuovi. |
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| E adesso farebbe di nuovo un film come “Apocalypse Now”? |
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| Il vantaggio di essere giovani è quello di essere ignoranti. Per rifarlo dovrei essere giovane ed avere l’ignoranza della gioventù. |
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