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Arriva in Italia Steamboy, il più costoso anime nella storia del Sol Levante firmato dal maestro dell'animazione giapponese Katsuhiro Otomo, subito record d'incassi in patria e presentato con grande successo alla scorsa mostra di Venezia.
Otomo è il padre di Akira, uno dei film che hanno lanciato nel mondo il fenomeno delle anime, i cartoni giapponesi simil manga. |
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Akira è un film di culto. Cosa è cambiato per lei tornando alla regia? |
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Io non sono cambiato in nulla. Sono felice che quel film abbia avuto tanto successo anche se, riguardandolo oggi, scopro un sacco di imperfezioni e di difetti. Nel mio lavoro posso dire, però, che il mio approccio creativo non è cambiato. |
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Perché ha scelto un'ambientazione inglese dell'epoca vittoriana, ricostruita con maniacalità in ogni suo dettaglio, cosa che accomuna Steamboy con il secondo cartone animato giapponese di Miazaki? |
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E' stato un caso che il cartone animato di Miazaki sia stato ambientato nello stesso nostro periodo. In realtà noi volevamo fare qualcosa che avesse a che fare con il ferro e con l'olio. C'era il desiderio di creare una storia di macchine a vapore legate a quella particolare epoca. |
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In Steamboy c'è un lavoro fatto sia di tecnologia tradizionale che in digitale... |
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Esattamente. Alcune parti sono state realizzate con la tecnica usata normalmente e altre direttamente in digitale. La parte più complessa è stata quella di armonizzare tutti questi elementi, dando più spazio, ovviamente, a quelli fatti a mano. Ci sono delle scene dove il marchio del digitale è evidente. Io, però, ho voluto filtrarli ulteriormente e renderli più omogenei con il resto del film. |
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Rispetto a molti cartoni animati occidentali, le figure femminili qui non sono mai banali e comuni. La bambina ad esempio è molto particolare… |
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Probabilmente è dovuto al fatto che io non riesco a scrivere delle storie con delle immagini femminili stereotipate. Dato che io faccio dei film in cui l'azione ha un valore molto importante, se io faccio delle immagini femminili che non entrano nel meccanismo dell'azione, tutto si perde. Quindi cerco di ritrarre queste figure in modo tale che entrino bene nella storia: sono eroine con un loro carattere e una loro personalità. |
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Altro protagonista importantissimo di questo film è il vapore. |
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Non ha un significato simbolico. Abbiamo cercato di usarlo più che altro per sottolineare la drammaticità di alcune scene. Il problema era che, quando abbiamo cominciato a fare il film, abbiamo avuto grossi problemi a far fare questo genere di immagini al computer. Ora sarebbe facile ma all'epoca era piuttosto complesso e quindi lo abbiamo fatto praticamente tutto a mano. |
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Come è nata la sua passione per il disegno e per i cartoni animati? |
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Io sono nato fuori Tokyo, in una zona di campagna. Fin da bambino mi piacevano il cinema e il disegno, quindi mi sono spostato in città dove ho cominciato a lavorare, prima come disegnatore per Manga, e poi, visto che mi piaceva anche l'animazione, sono entrato anche in quel mondo e ho cominciato a fare dei film. Ho fatto anche diversi libri che sono stati pubblicati anche negli Stati Uniti. |
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Steven Spielberg e George Lucas sono suoi grandi ammiratori. A lei cosa piace dei cartoni animati hollywoodiani? |
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A me piacciono molto i film di animazione, specialmente quelli vecchi. La Pixar sta facendo delle cose molto belle mentre non amo particolarmente la Disney. |
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