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L'attesa per il ritorno sugli schermi dell'eroe pipistrello è terminata. A otto anni dall'ultimo non esaltante episodio cinematografico, Bruce Wayne sbarca in tutti i cinema del mondo nel nuovo film di Christopher Nolan, Batman Begins. |
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Come si è regolato sotto il profilo visivo e narrativo rispetto ai precedenti Batman? |
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Con la massima libertà e con l'obiettivo preciso di ottenere qualcosa di fresco e nuovo. Contemporaneamente desideravo fare un film spettacolare, ma intriso di quell'epicismo che si è andato un po' perduto negli anni; qualcosa di assimilabile al vecchio stile come Guerre stellari. |
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Ma avete sentito di avere qualche limite nel raccontare la storia, vista la popolarità del personaggio? |
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Non si tratta di limiti ma di esigenze. Abbiamo cercato di utilizzare la storia del fumetto come processo evolutivo dei personaggi, in modo da trovare le costanti della storia e su questo muoverci liberamente. In altre parole abbiamo lavorato con grande libertà all'interno di alcuni paletti che fungevano da punti di riferimento. |
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Perché ha deciso di raccontare proprio il personaggio dello Spaventapasseri? |
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Semplicemente perché è un cattivo storico della serie e nonostante il suo personaggio sia molto complesso ed affascinante non è stato mai mostrato. Mi piace molto questo suo utilizzare le paure come arma questo suo approccio lo lega indissolubilmente al personaggio di Batman e al suo background. E' un cattivo che non oscura Batman, ma che si riflette su di lui. |
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Può dirci anche qualcosa riguardo la modifica del costume? |
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Il costume secondo me è un elemento fondamentale in quanto funziona come vero e proprio elemento di caratterizzazione della psicologia di Batman. Per questo abbiamo operato delle modifiche di grande significato specie sul mantello il cui tessuto volevo creasse una fluttazione più drammatica. Inoltre è più scuro e cosa più importante non riflette la luce altrimenti non avrebbe senso; Batman necessita di nascondersi. |
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La colonna sonora di Batman Begins è stata scritta a quattro mani: una cosa piuttosto insolita, soprattutto quando si tratta di due grandi compositori come Hans Zimmer e James Newton Howard. |
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È insolito, sì, ma è stata un’idea di Hans Zimmer. Lui stesso mi ha detto che voleva collaborare con Howard e bisogna dire che il risultato è stupefacente, in ogni pezzo si sente la loro collaborazione. |
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Come nasce il coinvolgimento di David S. Goyer nella sceneggiatura di questo film? |
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L’ho coinvolto io perché sentivo la necessità di avere un collaboratore che conoscesse molto bene il fumetto. Lui purtroppo non aveva tempo perché era impegnato con Blade: Trinity. Infatti mi ha detto di no per ben due volte. Alla fine ha cambiato idea perché voleva essere sicuro che la sceneggiatura venisse scritta bene. |
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Ritenete esaurita la sua esperienza con questo personaggio e con questo mondo? |
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Non saprei dirlo. Ho messo tutto me stesso in questo film e alla fine ho lasciato una speranza, una possibilità, per un sequel. Ma ancora non si sa. |
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