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Esce l'8 Febbraio, distribuito in più di 300 copie da 01 Distribution, "Caos Calmo", il ritorno di Nanni Moretti da attore (oltre che da sceneggiatore) non auto-diretto.
Tratto dal libro omonimo di Sandro Veronesi vincitore del Premio Strega nel 2006, il film di Antonello Grimaldi annovera un cast sensazionale, da Alessandro Gassman a Valeria Golino, da Isabella Ferrari a Silvio Orlando, fino a una piccola parte addirittura di Roman Polanski. |
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Partiamo dal dolore che caratterizza il suo personaggio, come il lutto ne “La stanza del figlio”. Cosa l’ha spinta verso questi due ruoli? |
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Ne “La stanza del figlio” c’è un nucleo familiare che si frantuma dopo la morte del ragazzo, invece nel romanzo di Sandro Veronesi nasce un rapporto nuovo tra il padre e la figlia, i rapporti di famiglia che seguono questo evento così doloroso sono molto diversi tra le due storie.
Non so, forse dovrei pensarci ora a come mai negli ulti anni abbia interpretato due protagonisti a cui accade un evento così doloroso. Non c’è qualcosa di programmatico in tutto ciò.
Fin dall’inizio, quando stavo leggendo il romanzo di Veronesi, non ho pensato a me come regista, ma ho pensato ‘mi piacerebbe interpretare quel personaggio’, che cerca di mettere un ordine, intanto interiore, alla propria vita, e cerca di dare un nuovo ordine all’importanza che le cose hanno nella sua vita. |
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C’è la sensazione di una forte morettizzazione del romanzo… |
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Io non so cosa sia morettiano e cosa no, è un mio limite… Ci sono dei film di trenta anni fa, esiste la mia persona, che press’a poco so com’è fatta, esiste il personaggio di cui si parla, a volte in maniera incongrua, quindi non so cosa voglia dire morettizzare un film, però mi suona male. |
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Visti gli eventi politici di questi giorni le viene da comportarsi da Moretti e andare a urlare un po’ di disapprovazione in piazza, o da Pietro Paladini, sedersi in un giardinetto ed elaborare l’ennesimo lutto della sinistra? |
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In realtà non rispondo alla tua domanda... come regista, di fronte al contrimento mio ed anche a questa fase del mio paese, mi piacerebbe andarmene su una panchina e cercare di mettere ordine – parlo da sceneggiatore e da regista. Ancora non riesco a trovare una panchina su cui stare e mettere ordine a quello che mi succede e che succede, e riuscire a raccontarlo. |
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Quanto è stato difficile girare ‘quella’ scena? |
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Quale? (sorride) |
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La scena di sesso, evidentemente, così realistica. |
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(rivolto a Isabella Ferrari) Rispondi tu, che ti sei assunta l’onere – l’ho letto sui giornali – di raccontare, diamo per buona la tua versione!
Io non ricordo, mi sembra una scena riuscita, però non ricordo come l’abbiamo girata… |
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Parliamo del rapporto tra Pietro e gli altri personaggi, a cominciare dalla figlia: |
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All’inizio mi sembrava solo di essere, di volta in volta, la spalla di Valeria Golino, la spalla di Alessandro Gassman, la spalla di Silvio Orlando eccetera… il grande merito è del libro, del personaggio del libro. Per quanto riguarda il rapporto con Blu avevo un figlio di cinque anni in “Io sono un autarchico”, ora ha trentasette anni… non penso che sia fondamentale avere un’esperienza alle spalle per aiutarsi nel film, se uno è un attore… però credo che mi abbia aiutato avere un figlio nella vita reale. Blu è stata brava, molto fresca e professionale.
Forse abbiamo potenziato nella sceneggiatura il rapporto tra Pietro e la figlia, aggiungendo qualche dialogo, qualche scena casalinga. |
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La scena notturna, quando guida e poi piange, nel libro non c’è: |
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Alcuni hanno letto il libro, altri no: nel romanzo di Veronesi Pietro è sempre in attesa del crollo, e ne parla col lettore, che non arriva mai; invece scrivendo la sceneggiatura abbiamo pensato che fosse bello, oltre che giusto, il momento di crollo. |
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Tornando alla scena di sesso… |
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Guardate che sono cose che succedono, nella vita come nel film... |
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Fino ad oggi però si è parlato solo di questa scena. Non è preoccupato che questo clamore possa creare problemi al film, a livello delle aspettative di chi va a vederlo? |
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Perché non avevate visto il film, ora l’avete visto e si è parlato di tutto. Ve la cantate e ve la suonate… se i giornali decidono di parlare solo di una scena… No, io non ho questa preoccupazione, le persone vedranno la storia di Veronesi, il film di Antonello, quegli attori, quelle attrici, tante scene. Sono convinto che da ora in avanti si parlerà del film. |
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