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Secondo lungometraggio di Luc Jacquet, che torna alla regia dopo lo straordinario successo de "La marcia dei pinguini", documentario che vinse l'Oscar nel 2006. Ancora una volta è la natura la fonte di ispirazione del regista/biologo francese, che racconta la commovente amicizia tra una bambina e una volpe. Una fiaba elegante e gentile, incentrata sulla necessità di un ritorno alla natura, con la quale l’uomo sta perdendo ogni rapporto. Il film, distribuito dalla Lucky Red , esce nelle sale il 21 marzo con 300 copie. |
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 Come è nata l’idea di girare questo film? |
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| Il film nasce da un ricordo della mia infanzia. Ho avuto la fortuna di crescere in libertà, come la bambina del film, e i miei nonni mi lasciavano libero di “vagabondare nei boschi”, dove un giorno incontrai una volpe. Mi ci avvicinai e mi misi ad osservarla, ma visto che lei era impegnata a cacciare non si accorse di me; poi, una volta scoperto, si fermò a guardarmi negli occhi due o tre secondi, e subito dopo scappò. La forza di quello sguardo mi riempì di gioia, ma allo stesso momento mi chiesi come mai gli animali hanno paura degli uomini e finiscono sempre col fuggire da noi. |
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| La protagonista sembra quasi un personaggio fiabesco, ricorda Pippi Calzelunghe…poi c’è la volpe, come nel “Piccolo principe”. Ha voluto ispirarsi a qualche racconto del passato? |
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| Scrivendo la sceneggiatura del film mi sono ricordato di tanti racconti che ho letto da piccolo, tra i quali anche il Piccolo principe, ovviamente, sebbene la mia storia non descriva una volpe simbolica, bensì una volpe reale, selvaggia e indomabile. In francese il titolo del film è "Le renard e l'enfant" - la volpe e l'infante - senza specificare se maschio o femmina, perché l’intento è stato quello di costruire una favola eliminando ogni elemento esterno all’amcizia tra un bambino e un animale. Sappiamo che Bertille ha dei genitori, va a scuola, ha una casa, ma non li vediamo mai, perché non sono necessari al racconto |
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| Come mai ha scelto la volpe e non un altro animale? |
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| Avevo bisogno di un animale selvaggio, ma non pericoloso e difficile come un orso o un lupo, altrimenti la storia non sarebbe stata credibile; credo che questo animale esprima bene il rapporto imprevedibile e conflittuale tra uomo e animale. Ricordo che quando girammo la scena della bambina con la coscia di pollo per attrarre verso di sé la volpe, ne spuntò una non addomesticata, che una volta preso il cibo scappò via di corsa. Bertille ci rimase molto male e mi toccò spiegarle che si era comportata così proprio per la sua natura selvaggia ed istintiva; quella fu una delle scene più magiche, perché la stessa recitazione della bambina fu sincera ed emozionante |
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| Come ha scelto la bambina, Bertille, protagonista del racconto? |
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| L’ho scelta per la sua magia e per la sua capacità di non strafare nella recitazione. Aveva una grande curiosità e una impareggiabile voglia di imparare, in più era istintiva e naturale. Avevo deciso di non prendere una bambina di città e con capelli rossi come le volpi, ma quando la vidi capii che era perfetta |
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| Quali sono stati i luoghi delle riprese? |
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| Abbiamo girato in Francia e nel Parco Nazionale d’Abruzzo, dove le volpi non si cacciano più da circa cento anni: la troupe documentaristica ha girato in Abruzzo per circa sei mesi, mentre quella di fiction sia in Francia che in Italia, per circa quattro mesi. Non abbiamo mostrato una natura completamente selvaggia, nel film si vede la presenza dell’uomo: credo infatti che tra uomo e natura sia possibile vivere in armonia, anche se negli ultimi tempi il loro legame è messo in pericolo da vari fattori. Mi piacerebbe che questo film insegnasse ai bambini quanto, invece, questo rapporto possa essere meraviglioso |
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| E’ stato difficile “far recitare” le volpi? |
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| Diciamo innanzitutto che abbiamo girato sia con animali addomesticati sia con altri animali in cattività. Di questi ultimi abbiamo rubato quasi tutte le scene degli sguardi, dell’inseguimento con la lince o della stagione degli amori, per esempio. Ovviamente abbiamo usato anche degli stratagemmi cinematografici, ma il film è assolutamente vero |
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| Ha qualche idea per il suo prossimo film? |
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| Ora non lo so, non voglio fare un cinema meccanico. Anche dopo La marcia dei pinguini ho avuto bisogno di una pausa, ma sicuramente parlerò di animali e avrà come protagonista la natura, che da sempre è mia fonte di ispirazione. Credo ci sia bisogno di un ritorno alla natura. |
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