Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Paolo Virzì

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Accompagnato dal cast quasi al completo, Paolo Virzì presenta alla stampa il suo ultimo film "Tutta la vita davanti", che esce il 28 Marzo distribuito da Medusa in 300 copie.
Il film è uno sguardo preoccupato sul precario mondo del lavoro nell'Italia di oggi, seguendo le vicissitudini di una brillante neolaureata in filosofia che trova posto soltanto in un callcenter.
Brillanti, sullo schermo e in conferenza stampa, Massimo Ghini, Valerio Mastandrea e Sabrina Ferilli.
a cura di Glauco Almonte
Intervista Paolo Virzì: Domanda 1Come avete lavorato su questa idea?
Ci abbiamo messo dentro uno spirito di curiosità verso la vita di questi anni, verso l’Italia che stiamo vivendo, cercando di cavarne fuori non un film lagnoso e tragico: io non amo i film che danno ragione a se stessi, che si autocommiserano. Credo di aver sempre percepito, da plebeo livornese, che lo spirito dei subalterni non è mai lagnoso, semmai di allegra riscossa, di critica ironica ma anche compassionevole. Lo sguardo con cui raccontiamo questo film è quello di una ragazza senza pregiudizi, colta, che non sapeva quasi nulla della realtà contemporanea, e quindi il suo viaggio dentro all’inferno della disoccupazione in qualche modo è anche un viaggio alla scoperta dell’Italia di oggi, dell’etica e dell’estetica di questi anni. Più che il tema del lavoro mi pare che ci sia il tema della vita.
Intervista Paolo Virzì: Domanda 2La scintilla di partenza:
Tra i casi personali che ci hanno più colpito c’è stato quello di una intelligente e spiritosa ragazza sarda che aveva scritto sulla sua esperienza di un mese e mezzo nel call center un divertente blog che è stato pubblicato in forma di libro: ci aveva colpito questa sua rabbia, questo suo sdegno feroce, e siamo partiti dal farci raccontare le sue giornate di lavoro, che trovate ampiamente descritte nel film. Poi ci siamo sentiti anche naturalmente liberi di immaginare il nostro romanzo, questa storia corale, piena di personaggi che sembrano tutti patire di qualcosa, di un’ansia del futuro che accomuna vittime e carnefici.
Intervista Paolo Virzì: Domanda 3Anche i cattivi si rivelano persone fragili. Si può parlare di compassione per loro?
Non è un caso che abbiamo fatto lavorare la nostra protagonista su Hanna Arendt. La Arendt va un giorno ad assistere al processo ad Eichmann, e quando se lo trova di fronte vede un uomo che ha condotto Auschwitz con la stessa pignola operosità con cui si può condurre un autoricambi, vede un uomo squallido, che gli fa pena, tenerezza. Ecco perché lo sguardo di questo film è nutrito di questo sentimento, uno spirito che non condanna, ma che partecipa e soffre.
Intervista Paolo Virzì: Domanda 4E’ un film dai toni di commedia ma cupissimo, lo sguardo sull’Italia è tremendo, se uno riesce lo fa all’estero. E’ questa la tua visione dell’Italia, senza speranza?
L’azione di Conforti mette in moto una cosa che forse porterà a qualcosa di diverso; se ci pensate bene anche lo sciopero de “I compagni” di Monicelli finiva male, però era l’inizio di qualcosa. L’inizio di qualcosa di nuovo lo vedo nella solidarietà tra due persone così distanti come Marta e Sonia, una ragazza colta e una sciacquetta ignorante, tra le quattro generazioni di donne diversamente ferite del finale. Quanto all’ambiente di lavoro: il lavoro se non è esperienza di relazione, di rapporto, di solidarietà, non è civiltà. Io mi auguro che aziende come la Multiple non trovino più nelle leggi dello stato italiano lo spazio per operare in questa maniera, la legge 30 è stata abusata dalle aziende come la Multiple.
Lo sguardo non è così apocalittico perché in fondo l’apocalisse allegra di sempre, quella della vita, dove c’è l’inguistizia e dove non è che l’ingiustizia di oggi sia più grave: è semplicemente più beffarda, perché vestita di una specie di scintillante modernità, i nostri disgraziati hanno la giacca, la cravatta e il telefonino, hanno gli abiti firmati, ma sono gli ultimi di questi anni.
Intervista Paolo Virzì: Domanda 5Le compagne di Marta sono ragazze totalmente decerebrate: non è un po’ eccessivo?
Sono davvero così? E’ vero quel che vedi? Mi spiego meglio: forse sono così perché sono obbligate ad esserlo, dentro di loro forse sono in un altro modo.
Intervista Paolo Virzì: Domanda 6Come è stato scelto il titolo?
E’ nato prima come battuta della mamma, poi come titolo. Scorrendo il copione ci siamo fermati e abbiamo capito che era il titolo del film.
Intervista Paolo Virzì: Domanda 7Il manifesto?
Era un’inquadratura che avevo voluto girare e che poi non ho messo nel film.
Intervista Paolo Virzì: Domanda 8Su Ghini e Ferilli:
La loro complessità e purezza permette loro di avvicinarsi anche a dei personaggi scuri, rendendoli per me affascinanti e accettabili da narrare. Sono molto, molt, molto grato a queste due persone, erano dei personaggi spinosi che potevano anche spaventare, e credo che loro li abbiano resi indimenticabili.
Intervista Paolo Virzì: Domanda 9Era così necessario insistere sulla voce fuori campo?
E’ una cosa che mi sento dire spesso per i miei film; a me piace, piacciono i film con la voce narrante, sento che dà un percorso. In questo caso è la prima volta che uso una voce extradiegetica, e saluto Laura Morante che ha interpretato la narratrice. Sento che dentro c’era un po’ la nostra voce, la voce di chi racconta, è il tono del film: e francamente al tono mio, personale, non ci voglio rinunciare. I miei film li farò sempre con le voci fuoricampo.
Intervista Paolo Virzì: Domanda 10C’è una parallelo tra le due ragazze? Sonia prostituisce il suo corpo, mentre Marta quasi prostituisce il suo cervello, mettendo le sue capacità comunicative a disposizione di un call center. L’idea che non ci sia una via d’uscita per i ragazzi è un po’ triste…
Non chiedete una via d’uscita a me… I film che amo io li vedo tante volte, perché è l’unica maniera per capirli profondamente. Ti invito a vedere tantissime volte questo film per scoprire che Marta pubblica sull’Oxford Journal of Philosophy un saggio in inglese che le viene pagato (poco), cioè, trae qualcosa dalla sua esperienza, che all’inizio è stata pure divertente, il suo cammino porterà a qualcosa in futuro. Anche la piccola Lara forse farà filosofia, ha trasmesso una passione per la cultura dove c’era il deserto.
Mi rendo conto che siete reduci dal weekend pasquale, che non ha gratificato le vostre aspettative per via della pioggia, ci sono dei giorni in cui io reagisco a questo film in modo diverso. I film si presentano a seconda della giornata con umori diversi…
Intervista Paolo Virzì: Domanda 11Siamo sotto elezioni: chi va a vedere questo film, per quale parte propenderà all’uscita?
Non saprei, spero che questo film accenda la voglia di riflettere sulla società, sulla nostra vita, ma non fa propaganda elettorale. Il nostro lavoro è raccontare delle storie, fare intrattenimento cercando di dare emozioni più che intenzioni di voto. Siamo contenti di rendere visibile qualcosa che fino a qualche tempo fa così visibile non era.
Intervista Paolo Virzì: Domanda 12Una cattiva parola sulla televisione, che incombe e genera piccoli mostri? Quanto danno ha fatto?
Vorrei dire polemicissimamente ‘nessuno’, anche se non è vero, perché non è così che la vedo francamente, non c’è questa demonizzazione che trovo superficiale della televisione; la televisione è il nostro tempo, con le sue luci e le sue ombre, non è né il bene né il male.
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Tutta la vita davanti
di Paolo Virzì
Commedia, 2007
115 min.
Film diretti:
2016  La pazza gioia
2014  Il capitale umano
2012  Tutti i santi giorni
2009  La prima cosa bella
2007  Tutta la vita davanti
2006  N - Io e Napoleone
2003  Caterina va in città
2001  My name is Tanino
1998  Baci e abbracci
1997  Ovosodo
1996  Ferie d'agosto
1994  La bella vita
Atri film:
2005  L'estate del mio primo bacio
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