|
|
Dopo anni di fatiche e progetti non andati in porto, il padre e nume tutelare di tutti gli zombie cinematografici George A. Romero è finalmente tornato ad occuparsi del genere che ha creato.
Vent'anni dopo Il giorno degli zombi, Romero resuscita il mito dei non morti creato nel '68 con La notte dei morti viventi e proseguito dieci anni dopo con Zombi. |
|
|
|
|
Questo è un film decisamente politico. Dobbiamo temere gli zombie o sperare di diventare zombie? |
|
Nel mio mondo tutti diventiamo zombie, ma siamo sempre noi. Penso a loro come una forza esterna. Sono un gruppo rivoluzionario. Vedono le cose in modo diverso. Ho cercato di limitarmi, ma credo rappresentino gli afgani, gli iracheni. C'è quella scena del tank che entra in città e fa una strage. È ovvio. Chi può biasimare queste persone perché non gli andiamo a genio? E poi pensateci: se c'è gente così incazzata con noi occidentali una ragione ci sarà, no? |
|
Probabilmente sì. Ma lei da che parte sta? E non crede che negli States ci sia una parte della popolazione che segue il leader a prescindere dalle sue idee o dalle sue azioni? Basta sia forte? Così come Dennis Hopper nel film? |
|
È esattamente quello che succede da entrambi i lati della barricata nella pellicola. Sì, credo succeda anche nelle moderne democrazie. In particolare quelle che danno un forte valore alla fede e ai suoi rappresentanti. Poi io ho sempre simpatizzato per gli zombie, hanno un che di rivoluzionario. Rappresentano il popolo solitamente senza idee autonome che a un certo punto, stanco dei soprusi, si ribella. Eravamo noi nel '68. E ora siamo morti, no? I nostri ideali sono morti, io sono uno zombie. |
|
Questo è il primo film in cui i morti imparano a prendere le armi e lottare a loro volta contro i vivi? |
|
No, ma è la prima volta che gli zombie si evolvono così tanto, uno in particolare, dopo l'ennesima strage compiuta dai vivi, il leader. Un germoglio di intelligenza e questo basta perché gli altri lo seguano. |
|
La rabbia come impulso al terrorismo e alla rivoluzione? Dunque basta seminare rabbia? È questo il monito? |
|
Alla rivoluzione o al terrorismo, certo. Per fare rivoltare gli zombie li ho fatti arrabbiare, li ho massacrati, li ho isolati. Alla fine la reazione arriva sempre, è naturale. E noi questa reazione ce la siamo cercata e secondo me adesso è sempre più difficile tracciare la linea che divide un terrorista da un patriota. |
|
Veniamo agli effetti speciali. Per le scene più cruente, come negli altri film, avete usato interiora di maiale? |
|
Diciamo che per me la vita è una questione tutta viscerale. Però questa volta abbiamo usato anche tecniche digitali, oltre a maiale, ovviamente. A me interessa che la sequenza sembri reale, come ci si arriva è secondario. |
|
Si sente "artisticamente intrappolato"? |
|
No, amo il genere. E poi non sono un patito del lavoro. Pensavo di essere già in pensione. Cioè, non sono finito, ho ancora tante idee, ma non sento l'urgenza di essere chiamato dal mio agente con una nuova proposta. Davvero. Non ho mica una casa a Malibu da mantenere come molti miei colleghi. Vivo a Pittsburgh. Diciamo che sono un'allegoria, la stessa dei miei film, la vecchia società mangiata e distrutta da quella nuova. |
|
La terra dei morti viventi è l'inizio di una nuova trilogia? |
|
Io lo vedo come un quarto film, ma se al pubblico piacerà si potrà parlare di una nuova trilogia. In questo caso continuerei la storia e vorrei fare così anche per altri eventuali episodi: stessi personaggi, vedere cosa può ancora accadere a loro. |
|
|
|
Ultime Interviste |
|
|
|
Tomm Moore La canzone del mare: "voglio che i bambini conoscano le nostre storie e leggende" |
|
|
Alexandra Leclère Benvenuti... ma non troppo: "una commedia pura che fa riflettere" |
|
|
Martin Zandvliet Land of mine - Sotto la sabbia: "una storia importante e sostanzialmente sconosciuta" |
|
|
Andrew Haigh Weekend: "un'onesta, intima, autentica storia d'amore" |
|
|
Brian Helgeland Legend: "Come si racconta la vita di una persona realmente esistita?" |
|
|
Carlo Verdone L'abbiamo fatta grossa: "la critica di costume deve essere parte della commedia" |
|
|
Virág Zomborácz Mózes, il pesce e la colomba: "ho iniziato a scrivere sceneggiature a sei anni! |
|
|
Francesco Calogero Seconda Primavera. "la capacità di interpretare la realtà è spesso contraddittoria" |
|
|
Vincenzo Salemme Se mi lasci non vale: "l'amicizia e l'amore devono essere credibili" |
|
|
Lorenzo Vigas Ti guardo: "ogni uomo cerca di riempire una vasta mancanza di emozione" |
|
|