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All’inizio degli anni novanta un squadra di provincia approda in serie A e sconvolge il calcio italiano. E’ il Foggia di Zdenek Zeman.
Il boemo allena all’uso sfacciato della zona un manipolo di sconosciuti, reclutati per un tozzo di pane nelle serie minori; e loro provocano sudori freddi a squadroni costati miliardi. Segnano e incassano valanghe di gol, divertendo e divertendosi.
La squadra è una meravigliosa creatura con due padri: il vulcanico presidente Casillo e lui, l’uomo di Praga. Trench alla Humphrey Bogart, sigaretta eternamente appesa al labbro e palpebra a mezz'asta, Zeman spiazza la stampa sportiva con pause interminabili e risposte impassibili. Sottopone i giocatori a fatiche disumane, esercizi estenuanti perché in campo possano volare.
Il tormento dei calciatori si riscatta nella bolgia del piccolo stadio Zaccheria, dove si consuma l’estasi domenicale... |
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