La Cineteca Nazionale, la Fondazione Carlo Levi e l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, in collaborazione con Istituto Luce, Museo Nazionale del Cinema, Soprintendenze archivistiche per il Lazio e la Basilicata, la Fondazione Ippolito Nievo, e Rai Teche e Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi, organizzano un omaggio a Carlo Levi che si articolerà in quattro giornate dal 12 al 15 maggio: le prime tre a Roma, dove Carlo Levi è a lungo vissuto, la quarta a Torino, dove è nato nel 1902.
Si tratta della prima edizione, di un più vasto progetto sulle personalità del mondo della cultura del Novecento nel loro rapporto con il cinema e la televisione. Tale progetto intende valorizzare da una parte rilevanti figure dalla vita culturale del nostro paese, attraverso materiali e fonti spesso inusuali o meno considerate negli studi e nelle ricerche, quali quelle audiovisive e filmiche; dall’altra mettere in evidenza l’importanza che le “fonti audiovisive” rivestono per comprendere il contesto sociale, culturale, politico, di costume in cui i protagonisti della cultura hanno vissuto e partecipato alla vita del nostro paese. La presenza di Carlo Levi nel cinema italiano, fino a tempi recenti, veniva sostanzialmente ricollegata alla trasposizione cinematografica di Cristo si è fermato a Eboli da parte di Francesco Rosi. Il recente restauro di due film cui Levi ha collaborato, Patatrac di Gennaro Righelli e Il grido della terra di Duilio Coletti consente ora di definire un quadro più esatto del contributo diretto dato da Levi al cinema a soggetto.
Nel 2008 infatti, intraprendendo il restauro de Il grido della terra, il film sull’esodo dei profughi ebrei italiani, diretto da Duilio Coletti nel 1949, ci si è accorti che tra gli sceneggiatori figurava – per l’unica volta nella storia del cinema – il nome di Carlo Lev.i. All’inizio del 2009 è stato invece ritrovato Patatrac – restaurato dalla Cineteca Nazionale e da Ripleys Film. Il film, realizzato da Gennaro Righelli nel 1931, uno dei primi esempi italiani di cinema sonoro, era da decenni invedibile ed era noto soltanto per alcune fotografie riportate all’epoca su «Casabella» delle scenografie realizzate dai pittori torinesi Enrico Paulucci e Carlo Levi. A queste due opere, che ricompongono al cinema l’arco dell’attività creativa di Carlo Levi, si aggiungono i bozzetti preparatori dei costumi realizzati da Levi e da Carlo Mollino per il Pietro Micca (1938) di Aldo Vergano – film perduto di cui restano solo 5’ conservati dal Museo del Cinema di Torino. Accanto ai film a soggetto, particolarmente importanti sono le testimonianze visive dell’attività politica e intellettuale di Carlo Levi conservate dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico oltre che in numerosi cinegiornali, che ci permettono di ritrovare la quotidianità dell’azione artistico e politica e restituiscono alle parole di Carlo Levi l’immediatezza di un corpo e di una voce. Completa il programma una selezione di documentari che dagli anni ‘60 in poi hanno analizzato l’attività artistica di Carlo Levi e il suo rapporto con la terra e la gente della Lucania. La manifestazione si concluderà venerdì 15 maggio a Torino (Cinema Massimo/Museo del Cinema), con un incontro sul tema Carlo Levi ed Enrico Paulucci: due pittori torinesi al cinema, coordinato da Sergio Toffetti e Lorenzo Ventavoli (Presidente Torino Film Festival). Programma completo della manifestazione: www.fondazionecsc.it. |