A trent’anni dalla scomparsa, Alphaville Cineclub ricorda Luis Buñuel,uno dei più longevi maestri della settima arte. La sua carriera dura cinquant'anni durante i quali il regista aragonese demolisce con dissacrante ironia i pilastri della società borghese: chiesa, borghesia, famiglia, esercito. E, con essi, il loro perbenismo.
Figlio di un proprietario terriero arricchitosi in America e di una diciottenne dalla bellezza straordinaria, Luis Buñuel cresce nell'appezzamento del padre fino agli otto anni, totalmente immerso in un mondo fatto di riti bucolici e campestri che ben si sposano con quelli più sacri e religiosi. Spedito in un collegio di Gesuiti dagli 8 ai 15 anni il giovane Buñuel matura, per ciò che vede dentro le mura collegiali (dalle violenze sessuali alle sanguinose punizioni corporali agli abusi di potere …), un acuto senso anticlericale che sarà uno dei temi principali della sua filmografia. Dopo la laurea,con l'aiuto finanziario della madre, riesce nel 1929 a coronare il suo sogno: diventare regista firmando il suo primo film, “Un chien andalou” (1929), vero e proprio manifesto del Surrealismo, accolto con entusiasmo dalla critica.
La selezione di Alphaville inizia dunque lunedì 14 con la proiezione di “Il fascino discreto della borghesia”, realizzato nel 1972. |