Dopo il successo veneziano, è stato evento speciale dell'ultima Mostra Cinematografica, "Il mio paese" di Daniele Vicari approda nelle sale dal 20 aprile. Distribuzione alternativa, quella di Vivo Film, con 10 copie in pellicola e molte di piu' in beta digitale, sfruttando un accordo fra Ucca (unione centri cinematografici Arci) e Arci, che gli permetterà una permanenza in questi punti di visione, una stima di massima ne prevede un centinaio su una rete capillare di quasi 6.000, decisamente piu' lunga del normale, possibilmente fino all'estate.
Un viaggio nell'Italia del lavoro precario, un viaggio attraverso l’Italia di ieri e di oggi, tra le aspettative del boom economico e i molteplici sviluppi di una nazione diversificata e complessa: "In Cineteca mi sono imbattuto in una copia de 'L'Italia non è un paese povero' di Joris Ivens. Mi ha appassionato e ho deciso di ripercorrere, oggi, i passi di questo regista" - spiega il regista. Vicari, sempre attento ad ogni novità, comunque, non si ferma qua. Pensa ad un lavoro multimediale e innovativo sul drammatico G8 di Genova del 2001 e nel frattempo utilizza ogni canale per promuovere, anche intellettualmente, il suo film. "Parte attiva di questa operazione è il sito, a breve on line, www.ilmiopaese.it. Qui tutti potranno mandare, come si fa con You Tube, riprese in cui raccontano il loro lavoro, il loro territorio, le loro esperienze. Di qui nascerà un nuovo documentario, 'Il mio paese 2.0', che sarà un lavoro collettivo che io mi limiterò ad editare". Cosa non si fa e si pensa per superare lo scetticismo sul cinema e in particolare su tutto ciò che non è fiction. "La diffidenza, come la diversità, si abbatte con la conoscenza", conclude Vicari. |