A vederla recitare nel film di Salvatore Maira, 90 minuti di piano sequenza e macchina da presa costantemente addosso, nessuno mai s'immaginerebbe di avere davanti una "timida senza speranza". Eppure Valeria Solarino, 27 anni, giurata al Lido per il premio De Laurentiis, già una mezza dozzina di film alle spalle e Premio Diamanti al Cinema lo scorso anno a Venezia, è dotata di un riserbo da competizione, pari forse solo alla sua bellezza e bravura. "Sono migliorata molto - si schermisce lei - Fino a qualche anno fa non entravo nei negozi se ero da sola!". Nella suggestiva Villa degli Autori, dove l'attrice siculo-venezuelana ha presentato "Valzer", opera insolita e indubbiamente coraggiosa, non a caso inserita nel cartellone veneziano delle Giornate degli Autori, tra le sezioni più sperimentali del Festival, afferma: "Un lavoro molto faticoso - spiega l'attrice - perché quando giri un intero film in piano sequenza i movimenti degli interpreti devono essere ampiamente previsti, bisogna tenere conto delle variazioni di luce e di mille altre condizioni. Ero terrorizzata poi all'idea di dovermi muovere senza perdermi in una location (l'Hotel Santo Stefano di Torino) dai mille corridoi, ingressi, grandi sale''.
Un lavoro non facile, "mi sono preparata imparando tutte le battute a memoria, continua l'attrice, e questo non è difficile perché lo si fa anche a teatro. La cosa veramente nuova per me è stata quella di rapportarmi diversamente con la macchina da presa. Assecondare i suoi movimenti, sapere come e quando si sarebbe mossa. Si tratta di una sorta di danza, un vero e proprio passo a due".
Piacciono le italiane alla 64esima Mostra di Venezia. Dopo l'apertura con Ambra Angiolini, Valeria Golino, protagonista del'apprezzato "La ragazza del lago", e Valeria Solarino cameriera in "Valzer", tocca a Donatella Finocchiaro, siciliana di Catania, cresciuta in teatro, che con Luigi Lo Cascio recita nel film "Il dolce e l'amaro" sull'ascesa e la caduta di un mafioso. |