News: Bologna, la faccia politica degli spaghetti western
Bologna, la faccia politica degli spaghetti western | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Lunedì 8 Ottobre 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tra arte e consumo, dove mettiamo il cinema? Il dibattito che tanto ha scaldato gli amanti della settima arte oggi si trova di fronte a un’impasse: che fare di tutti quei film sfornati una volta per darli in pasto ad ogni sorta di pubblico e che oggi tornano all’attenzione di chi un tempo li aveva snobbati? Che fare, quindi, di quella laboriosissima industria che ha dato vita al "western all’italiana", pellicole dal destino "cult" già a partire dai loro titoli? Se lo chiede la Cineteca di Bologna, che agli spaghetti western dedicherà molta attenzione a partire dall’autunno e fino alla primavera: un ciclo di film che impegnerà i mesi di ottobre e novembre, e una mostra - da novembre a marzo, tutta con gli scatti del fotografo di scena Angelo Novi - che ritrae i momenti più belli dai set di quella grande stagione. Se Quentin Tarantino - nella sua geniale e calibrata irriverenza - è il nome più speso per ricordare, tra il serio e il faceto, la renaissance che sta vivendo in questi anni una certa cinematografia italiana (dalla commedia sexy al western, appunto) e non solo (come dimostrano gli ultimi Kill Bill e Grindhouse), va detto che nel nostro paese quel cinema e quegli anni hanno avuto la loro rivalsa (alla Mostra del Cinema di Venezia) e il loro Pigmalione: Marco Giusti. Non è un caso quindi che l’autore del "Dizionario del western all’italiana" sarà l’ospite d’apertura, martedì 9 ottobre al Cinema Lumière (ore 20), della rassegna della Cineteca di Bologna che si aprirà con "I sette del Texas" coproduzione italo-spagnola di Joaquín Luis Romero Marchent, nell’ottima copia presentata all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. La retrospettiva della Cineteca di Bologna (che si avvale della collaborazione di CSC - Cineteca Nazionale, Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia - Telecom Progetto Italia) prende tuttavia una sua strada: sullo schermo vedremo infatti alcuni titoli tra i più "rivoltosi", quelli che attraverso la metafora del West, dei soprusi dei potenti e delle ribellioni dei poveri, rispecchiavano l’ardore del clima politico che infiammava gli anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta: ecco allora il Tomas Milian diretto da Sergio Sollima in "Corri uomo corri" (e definito dallo stesso Sollima "un rappresentante del sottoproletariato, un tipo da terzo mondo”); Sergio Corbucci che dà voce agli Indiani in "Navajo Joe"; il Leone più sovversivo di "Giù la testa"; ancora Corbucci, che dirige Milian e Franco Nero nella rivolta messicana di "Vamos a matar compañeros", e Lucio Fulci in "Le colt cantarono la morte e fu tempo di massacro" (31 ottobre). Sono questi alcuni della ventina di titoli in programma al Cinema Lumière a partire dal 9 ottobre, film che dal 22 novembre saranno accompagnati dalla mostra che sarà allestita nella sede della Cineteca di Bologna e che raccoglierà 140 scatti di Angelo Novi (cui la Cineteca ha già dedicato una personale con le fotografie dal set di Novecento di Bernardo Bertolucci), catturati sui set degli spaghetti western. Info: www.cinetecadibologna.it |
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