Andare a Torino per scoprire un cineasta catalano, ecco il genere di felicità che riservano i festival intelligenti, quelli che non si accontentano di posizionare i film sulla linea di partenza di una corsa a premi, ma pensano che il cinema abbia una storia, alla quale merita ci si interessi.
Il cinema del presente e del futuro sono il punto focale ogni novembre, quando il Torino Film Festival dimostra di saper mantenere tuttora un posto importante nel panorama cinematografico italiano.
Inizialmente la kermesse si chiamava "Festival di Cinema Giovane" e l’enfasi sul nuovo, sul radicale e sull’audace si mantiene. Torino si è così affermato come uno dei tre grandi festival di cinema "alternativi" in Europa, insieme a Vienna e Rotterdam, come contrappeso ribelle al più borioso, grandioso trio di Cannes, Berlino e Venezia.
"Lascia perdere, Johnny!" esordio in regia di Fabrizio Bentivoglio, interpretato da lui stesso con Peppe e Toni Servillo, Valeria Golino, Ernesto Mahieux, e la "Signorina Effe" di Wilma Labate, con Valeria Solarino e Fabrizio Gifuni: è la coppia d'assi italiani al Festival di Torino, che festeggia la 25ma edizione (23 novembre - 1° dicembre) sotto la guida del neo-direttore Nanni Moretti.
Numerosi saranno gli ospiti sotto la Mole: tra gli altri, Wim e Donata Wenders, Paolo e Vittorio Taviani. L'inaugurazione della kermesse è affidata a "The Savages" di Tamara Jenkins, mentre sarà David Croneberg a chiudere con il suo "Eastern Promises". Tra le Anteprime spiccano "Irina Palm" di Sam Garbarski, con Marianne Faithfull, e "My Blueberry Nights" di Wong Kar-wai. Fuori concorso, tra gli altri, "Aleksandra" di Sokurov. A corredare il tutto, John Cassavetes, protagonista di una personale, e Wim Wenders, retrospettiva di tutte le sue opere.
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