Addio al thriller morboso-patinato, al glamour delle sfarzose scenografie anni Quaranta, al cast all-star guidato da Scarlett Johansson e Hilary Swank. Dopo l'immersione nella nerissima Los Angeles dipinta da James Ellroy in "The Black Dahlia", Brian De Palma abbandona le suggestioni letterarie e torna ad affrontare un argomento che gli sta a cuore: la guerra. I suoi orrori, le sue vittime, i suoi carnefici. E non si tratta, stavolta, di un conflitto lontano nel tempo, ma di un dramma in pieno svolgimento. Perchè "Redacted", il nuovo attesissimo film del maestro De Palma, presentato in concorso a Venezia 64, racconta lo stupro di una ragazzina, compiuto da alcuni soldati americani di stanza in Iraq.
Un tema forte. Un modo certo non neutro, non rassicurante, per affrontare la ferita aperta della presenza a stelle e strisce nel paese del Golfo. E dunque, più che un atto d'accusa ai soldati (obbligati a non dormire quasi mai, imbottiti di pillole, pompati con litri e litri di bevande energetiche) il film è un giudizio durissimo sul modo di condurre il conflitto iracheno. E forse, in generale, tutte le guerre, dato che l'argomento è già al centro di una sua pellicola datata 1989, "Vittime di guerra". Ambientata in Vietnam. Ma mentre allora, all'epoca dell'uscita nelle sale, la presenza americana nel sud-est asiatico era finita da tempo, stavolta Brian De Palma tocca un nervo scoperto. Visto che il conflitto iracheno, al di là della presunta pace, è pienamente in corso. Come dimostra il triste bilancio delle vittime americane, che aumenta ogni giorno.
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