La paura era soprattutto quella di assistere all’ennesimo, sbrigativo, fiacco prequel-remake. Un crimine contro il cinema sulla falsariga di "Hannibal: le origini del male". Ma Rob Zombie, ('Kill Michael Kill'), non è un triste carneade alla stregua di Peter Webber. Così dopo un intervallo di quasi 30 anni e 7 sequel, più o meno apocrifi, il mostro creato dal barone John Carpenter ritorna a vivere. E grazie all’operazione compiuta dall’ipertricotico rocker, Michael Myers ha finalmente un passato, una voce e un’ anima.
"Halloweeen - The Beginning" (che uscirà nelle sale italiane il 4 gennaio) è un viaggio nel cuore nero dell’America. Con uno stile quasi documentaristico che rimanda ai lavori di Larry Clark, la prima parte del film è un disturbante pugno nello stomaco. Un’immersione nel più autentico "White Trash", tra un patrigno manesco e omofobico, una madre fragile e lap dancer per forza (Sheri Moon che peraltro è da sturbo pure in versione slavata) e una procace sorella porcella. Una famiglia disfunzionale, simile a quella che ebbe Charles Manson. Un humus malato in cui il seme dell’odio trova il terreno fertile per crescere. E come nei quadri di James Ensor, il viso paffuto e androgino di questo ragazzino bianco dagli unti e lunghi capelli biondi si trasforma con l’ausilio di una maschera nel volto diafano del signore della morte. Un natural born killer che nessun manicomio criminale potrà mai fermare. La seconda parte della pellicola è, in parte, più simile al prototipo diretto da Carpenter. Uno slasher sincopato e acido, ma anche qui le sorprese non mancano.
Intanto, per ingannnare l'attesa, date un'occhiata al trailer. |