Il Festival Alto Vicentino (6,7,8 giugno), concorso nazionale per registi ha fatto il salto. Quest'anno, utilizzando una promozione solamente tramite siti internet, da piccolo festival del cinema con un breve passato è divenuto una rassegna cinematografica le cui opere selezionate sono maturate così in fretta che la giuria è rimasta sbalordita della qualità delle opere presentate.
Cortometraggi girati in 35 mm, professionali, ben scritti e soprattutto ottimamente sviluppati attraverso un uso della sceneggiatura che non si spreca in particolari avulsi, si sono mescolati a video che, se perdono sulla resa visiva, mantengono un'alta qualità e una pulizia di segno, sia su tematiche sociali che ambientali, ma nulla hanno da perdere nei confronti di autori che masticano cinema professionalmente da decenni.
Quello che la giuria ha visto è un caleidoscopio di grande intensità emotiva. Forte è stata la difficoltà di scegliere un vincitore per il miglior film in una griglia di candidati bravi nell'arte del videoscrivere. Si parla di ottimi soggetti, altrettanto mirate scritture, montaggi professionali che minuziosamente tagliano l'inutile. Quello che a Santorso vedranno gli spettatori è una prospettiva dell'odierna capacità di molti autori,considerati emergenti, di dare al cinema una valenza di grande respiro per un futuro, che fino a qualche anno fa, era impensabile.
C'è da dire che, guardando le opere presentate, il Centro e il Sud d'Italia battono il Nord nettamente. Sembra che l'humus di ispirazione cinematografica si collochi sotto la linea del nord-est, che ha il merito, comunque, di proporle.
Altro fatto evidente è il festival di Santorso è diventato internazionale: Francia, Spagna, Germania e Canada hanno collaborato ad un intensificarsi di operazioni di scambio di sentimenti, valori, ossessioni che sembravano impensabili solo lo scorso anno. In questo gli organizzatori sono stati bravi nella promozione, giovani incisivi che hanno trovato uno spazio esclusivo, dimostrando che le energie vitali e creative non hanno età, ma intelligenza ed equilibrio nel proporsi.
Ultima cosa è il valore educativo civico che nell'insieme questo festival sta assumendo come l’attenzione al paesaggio. Proporsi con temi difficili come la pedofilia, la violenza nelle città, la felicità di vivere in un paese sempre battuto dal vento, il senso della vita che si rovescia al punto che una lepre spara a un uomo, un operaio che vive l'alienazione della sua comune giornata di sopravvivenza, e così via, lasciano ricordi indelebili e a cui il cinema, fin dalle sue origini, fa pensare. Il divertimento consegue all'operazione di assimilazione e di godimento che porta alla crescita dei nostri saperi. Magie dello schermo. |