A Moliterno (Basilicata), nella sala Mostre di Palazzo Valinoti, inaugurazione, ore 18.30, della Mostra "VISCONTI E LA BASILICATA VISCONTI IN BASILICATA" che resterà aperta fino al 29 Settembre.
Di seguito la presentazione della Mostra da parte dell'Assessore alla Cultura del Comune di Moliterno: Mimmo Mastrangelo.
Si possono prontamente afferrare schegge della cinematografia viscontiana che giocano sugli stereotipi della cultura popolare nella mostra dei negativi fatti scattare dal grande regista milanese durante i sopralluoghi in Lucania per il film “Rocco e i suoi fratelli”. L’esposizione non è un’iniziativa inedita, promossa dalla Provincia di Potenza nel 2003 insieme alla Fondazione Luchino Visconti (catalogo Marsilio Editore), dopo l’esposizione al Museo Provinciale è stata ospitata in moltissimi spazi della Provincia e non solo. Da domani è visitabile per due settimane in una saletta di Palazzo Valinoti, ma si commetterebbe un errore se si pensasse che la mostra arrivi a Moliterno ad evento già largamente consumato. Anzi, proprio in virtù di un’ idea di cultura (esaltante i contenuti e sfuggente il clamore) provata ad affermare in questi anni nel contenitore della Bibliomediateca Giacomo Racioppi, che le fotografie di Visconti possono essere escluse da marchiatura contrassegnante una scadenza. I suoi valori estetici, iconografici ed documentaristici spingono per questo a nuovi e continui apporti interpretativi. In Lucania Luchino Visconti vi arrivò sul finire degli anni cinquanta non per caso. Il suo iniziale proposito per il film “Rocco e suoi fratelli” (1960) - che è un drammatico affresco su una vedova e suoi cinque figli che dalla Basilicata si trasferiscono a Milano per cercare fortuna – era di girare un prologo tutto lucano, in cui veniva ripreso il funerale del capofamiglia, l’attesa dei disoccupati per essere assunti a giornata dal caporalato, il casalingo lavoro di tintura del vestiario a lutto e la fase di preparazione della partenza della famiglia Parondi. Queste sequenze molto belle nella sceneggiatura curata da Visconti, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa ed Enrico Medioli non furono mai girate, il film inizia con l’arrivo dei Parondi alla stazione di Milano. Ma ci rimangono del viaggio in Lucania di Visconti questi negativi scattati a Pisticci nel rione Dirupo e nei Sassi di Matera, i quali provando a separarli da quella che doveva essere una traccia filmica possono essere analizzati sotto un profilo storico-etno-antropologico. I cento bianchi e nero scattati in giornate d’inverno con il cielo nebuloso ci riportano sotto gli occhi volti, persone, paesaggi, vicoli dirupati, interni di abitazione di una Lucania piegata dalla povertà, ma lo sguardo del fotografo (e di Visconti) non si limita a “descrivere” ciò che gli si presenta davanti, compie delle scelte, accentua alcuni dettagli ne tralascia altri. L’ occhio dell’operatore si pone con un “atteggiamento” di slittamento verso un realismo che è pronto ad illustrare non solo una morfologia culturale, sociale, economica di una Lucania in parte già conosciuta in Rocco Scotellaro e con la ricerca di Ernesto De Martino, ma anche una realtà che, proprio perché ferma nel tempo, si presenta con una propria poetica. |