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Alessandria d'Egitto, 391 dopo Cristo: la filosofa Ipazia, ultima erede della cultura antica e forse, in quanto donna, massima espressione di una lunga evoluzione civile e di una libertà di pensiero che non si rivedrà più fino all'epoca moderna, viene travolta dalla crisi di un mondo, quello pagano, che non ha saputo ripensarsi, trovandosi così impreparato di fronte al nascere - e presto al dilagare - di movimenti religiosi sempre più fanatici e intolleranti.
Fra questi i "parabolani", la setta cristiana che arriva a distruggere la biblioteca del Serapeo, dove Ipazia lotta insieme ai suoi discepoli per salvare la saggezza del Mondo Antico. Tra questi ultimi, due uomini in lotta per il cuore della filosofa: l’arguto e privilegiato Oreste e Davo, il giovane schiavo di Ipazia, che è diviso tra l’amore segreto per lei e la libertà che potrebbe ottenere se si unisse alla rivolta ormai inarrestabile dei cristiani... |
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News sul film “Agora” |
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Nastri d'Argento 2010: i vincitori (21 Giugno 2010)
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Paolo Virzì (“La prima cosa bella”) è il miglior regista dell’anno, “Mine vaganti” di Ferzan Ozpetek la migliore commedia, per “La nostra vita” di Daniele Luchetti sono premiati Elio Germano e Isabella Ragonese, e a “L’uomo che verrà” di Giorgio Diritti va, con il Nastro per la produzione, la conferma di un successo anche dai giornalisti.
Ma la vera sorpresa dei Nastri d’Argento 2010 è negli ex aequo: ben cinque, tre per gli attori, uno per l’opera prima ed un altro per il sonoro.
Tutti i vincitori:
REGISTA DEL MIGLIOR FILM
Paolo Virzì per “La prima cosa bella”
MIGLIORE COMMEDIA
Ferzan Ozpetek per “Mine vaganti”
REGISTA ESORDIENTE
Valerio Mieli per “Dieci inverni” e Rocco Papaleo per “Basilicata coast to coast”
PRODUTTORE
Simone Bachini e Giorgio Diritti per “L’uomo che verrà”
SOGGETTO
Carlo Verdone, Francesca Marci [...] |
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Box Office: super-eroe, super incasso ( 3 Maggio 2010)
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Box Office: meglio sposate che single (26 Aprile 2010)
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Amenabar, domani in sala la sua Ipazia (22 Aprile 2010)
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Amenábar tra le piramidi d'Egitto (14 Marzo 2008)
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Esteticamente insoddisfacente, la fotografia non esiste e anche le scene che pretendono un titolo poetico in realtà scadono nel banale e nell'artificioso. L'interpretazione della Weisz non esalta, ma è forse l'unico aspetto che non va bocciato perché, per il resto, tutto è piuttosto superficiale: non sono approfonditi né i caratteri dei personaggi, né la storia. Potrebbe essere interessante il punto di vista contro i cristiani, cosi poco spesso affrontato, ma qui difeso cosi unilateralmente da risultare eccessivo ed esagerato. Da notare poi che le speculazioni fatte sulle scoperte di Ipazia non hanno nessun tipo di fondamento: altro punto che, insieme all'esagerazione contro i cristiani, e al plot troppo romanzato, rende il tutto semplicemente un polpettone. Se si deve fare un film per svegliar le coscienze sulle responsabilità da ottusi carnefici dei cristiani (e comunque, attenzione!) può esserci modo ben più acuto e funzionale, che farebbe meno ridere e riflettere di più.
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6,5
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6,5
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» Già uscito |
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