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l'inizialmente incerta e via via sempre più convinta, quasi precipitosa trasformazione di una donna in se stessa. il potere della parola che, da sola, coraggiosamente, apre un varco sorprendente e dirompente tra i muretti e le murature di una piccola porzione di un Afghanistan paurosamente retrivo, imbalsamato nel Corano, che all'individuo nega non solo i diritti fondamentali ma l'esistenza stessa e che tuttavia - o meglio proprio per questo - potrebbe essere in realtà qualsiasi altra parte del mondo. bella e brava la protagonista e bellissimi i colori che, man mano che la storia procede, sempre più hanno la meglio su tutta quella povere. forse è un po' poco articolato, come semplificato, e non gli manca qualche ingenuità, insomma non è eccezionale come avrebbe potuto essere, ma funziona bene lo stesso, e l'unica cosa che gli è venuta davvero male è l'ultima scena.
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