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Una regia potente e originale, come raramente capita di vedere. Un incanto per gli occhi e per la mente, capace di tenere desta l'attenzione e di appassionare lo spettatore; purtroppo non altrettanto eccezionale è la scrittura, in cui si notano alcune esagerazioni e alcuni passaggi discutibili. Con un maggiore equilibrio e calcando un po' meno la mano sarebbe potuto essere un capolavoro assoluto; così rimane un buon film, che ci fa scoprire un notevolissimo regista orientale e ci mette di fronte all'antico dilemma del male, incarnato ancora una volta nell'infanzia (come nel nastro bianco), anche se qui le vere colpe ricadono sulla generazione dei genitori. Da vedere.
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Con tre anni di ritardo, grazie alla Tucker Film, arriva anche da noi uno dei tanti esempi di grande cinema orientale contemporaneo, strepitoso per forma, molto originale, e contenuto. Nakashima descrive la caduta delle istituzioni educative nella rigida società giapponese, dove, banalmente, sembra non esserci più amore. La prima mezz’ora è un piccolo capolavoro, le musiche e diversi tecnicismi contribuiscono a creare un’indimenticabile atmosfera raggelante, tanto nichilista da sembrare (soprattutto nel finale) inverosimile. Forse la cosa che più mi è rimasta impressa è come la mente di un ragazzino ragioni per estremi: non esistono razionalizzazioni né vie di mezzo, e le conseguenze sono incontrollabili. Pollice in su per tutti i commenti precedenti!
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