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Non è tanto un thriller, o non è solo un thriller questo film, ma un'analisi della solitudine e dell'incomunicabilità, una radiografia della famiglia, una analisi dei cambiamenti delle grandi città e delle fragilità dell'adolescenza: insomma, ha tutti gli ingredienti e le ambizioni per essere un buon film; cosa che riesce ad essere solo (molto) parzialmente, per una sceneggiatura prevedibile, per l'assenza di ritmo, per un Silvio Orlando stranamente imbabolato e fuori parte, per inutili tempi morti. Alcune scene colpiscono, i temi sono forti, il regista ha doti innegabili, ma qualche sbadiglio è quasi inevitabile. Comunque, per me, un inizio di stagione meno disatroso di altre annate...
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