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E' incredibile come dopo decenni di silenzio, anzi di vera e propria censura, sul tema della sessualità dei disabili, in pochi mesi siano uscite ben tre pellicole dedicate a questo argomento ("The sessions", "The special need", "Gabrielle"), tutte di discreta qualità, ognuna con una sua fisionomia. Gabrielle, senza rinunciare a qualche battuta, è sicuramente quello che punta meno sul lato comico, ma riesce a trasmettere più ottimismo e gioia di vivere. E' un film sincero, onesto, mai buonista, mai retorico, impreziosito da ottime musiche e da una regia misurata e sapiente. Il rischio del melodramma è evitato e l'obiettivo risulta pienamente centrato: da vedere.
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