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Cinema puro e sperimentale quello di Mann, che dimostra dal punto di visto visivo di essere una garanzia. Insieme però a una bellissima regia il cineasta statunitense dovrebbe convincersi una volta per tutte di affiancare uno sceneggiatore quantomeno decente che non rovini tutte le succose e adrenaliniche premesse in una storia che nel giro di un'ora riesce nell'impresa di portare il termometro del fascino e dell'interesse pesantemente sottozero che trattandosi di un thriller significa più o meno un peccato mortale. Raffazzonato nel finale Blackhat lascia un pesantissimo amaro in bocca con la voglia e la necessità di rincontrarsi con il cinema di Mann prima possibile.
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