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L’attore Andrea Jublin passa dietro la mdp, confezionando una commedia sofferta, più amara che dolce. La forma è poco appetibile (dubito che abbia incassato molto), il cinismo a volte sopra le righe, ma le gag, sebbene un po’ slegate, sono divertenti e il cast, pur senza grandi nomi, è perfettamente in parte. Il protagonista M. Todisco è sorprendente, capace di creare tutto un mondo intorno a sé, la linfa vitale del film. L’inizio dell’adolescenza è trattata con sincerità e ironia, attraverso la metafora del calcio brasiliano: nello sport e nella vita, l’attacco è la miglior difesa. Un’opera prima coraggiosa, che non manca di idee brillanti e personaggi interessanti, con evidenti influenze del teatro negli ottimi dialoghi. Purtroppo nell’amalgama si perde un po’ il filo, e nel complesso non risulta un film sufficientemente trasportante per esaltare ancora di più gli spunti del regista.
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