|
Probabilmente, anzi quasi certamente, non è il miglior Wenders, ma l'accanimento della critica contro questo film (come contro i recenti "the land of plenty" o "Palermo shooting") rimane difficile da spiegare. Questo melodramma algido tratta questioni care al regista come il rapporto tra arte e vita e la moralità dell'artista e lo fa in modo niente affatto superficiale, anche se il finale consolatorio, la recitazione un po' monocorde di Franco e i ripetuti salti temporali finiscono per indebolire un film iniziato in modo assai convincente. Resta la splendida fotografia e diverse scene potenti, oltre ad alcuni interrogativi inquietanti sulla natura vampiresca dell'artista. Certo, "Paris, Texas" e gli altri capolavori degli anni Ottanta erano un'altra cosa...
|
|