|
La città di Trieste torna ad essere la capitale della fantascienza dal 29 ottobre al 3 novembre 2014 con la quattordicesima edizione del festival Trieste Science+Fiction, organizzato da La Cappella Underground.
La sede principale di Trieste Science+Fiction, per il terzo anno consecutivo, sarà la Sala Tripcovich, grazie alla collaborazione del Comune di Trieste e della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi. L'adiacente palazzo della Casa del Cinema, sede delle principali associazioni di cultura cinematografica cittadine, sarà il quartier generale dell'organizzazione, e con la collaborazione del Teatro Miela ospiterà le sezioni collaterali del festival. Inoltre una selezione dei film premiati e del best of del festival troverà spazio a partire da questa edizione nella sala d'essai del Cinema Ariston, gestito da quest'anno da La Cappella Underground. Come da tradizione, il cinema sarà al centro del programma festivaliero, con anteprime nazionali e internazionali delle migliori produzioni nel genere science fiction, fantasy e horror. La selezione ufficiale presenterà due concorsi internazionali: filmakers indipendenti da tutto il mondo si contenderanno il Premio Asteroide per il miglior lungometraggio di fantascienza; la competizione eu [...] |
|
|
Ultimi commenti e voti |
|
|
|
|
|
|
|
|
6,5
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6,5
|
|
|
|
|
Mi sento di sottoscrivere il giudizio di anzianzi: a un'ottima prima parte segue un secondo tempo più fiacco, in cui il regista si lascia un po' prendere la mano (le scene con la Venere preistorica animata non sono certo tra le migliori), per risollevarsi solo nell'ultimissima scena. Certo, il film non manca di idee, fa ridere in più punti e affronta in modo originale il rapporto tra i sessi (neanche da paragonare con l'immondo dittico di Brizzi), ma rimane un gioco un po' fine a se stesso e non sempre riuscito. Discreto, ma la ballata dell'odio e dell"'amore aveva qualcosa in più.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6,5
|
|
|
|
|
divertente la prima parte, deludente la seconda, secondo uno schema analogo a Dal tramonto all'alba, anche se qui la prima parte è un po' meno divertente e la seconda molto più deludente. al centro c'è uno dei temi più affascinanti di sempre e più attuali che mai, il rapporto di potere tra uomini e donne, e lo svolgimento - con tanto di "Dio è donna" e di mostrificazione nientemeno che della venere di Willendorf - sembrerebbe avere tutte le carte in regola, ma qualcosa non va: il registro grottesco è troppo allegro e nonchalante e solito, in un certo senso la grande madre inghiotte e digerisce i suoi figli troppo velocemente, troppo superficialmente, e insomma alla fine il sapore che resta è quello di un divertissement neanche troppo riuscito e di un'occasione mancata.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|