Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Natale 2008 Le proposte per le feste

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a cura di Glauco Almonte
Non si fanno più film di Natale.
La moda degli anni ’90, che si è affievolita negli ultimi tempi, è ormai del tutto passata: a sopravvivere sono soltanto i film da botteghino, i “Natale chissàdove” (quest’anno a Rio de Janeiro) di Neri Parenti e gli “AG&G”, che si danno regolarmente il cambio con Pieraccioni in un’alternanza di comicità e ripetitività che induce lo spettatore a credere che questi siano i 7,50 euro spesi meglio durante le feste. Ad ogni modo non c’è alcun motivo di rimpiangere i recenti “La neve nel cuore”, “Conciati per le feste” o “Mi sono perso il Natale”, ma solo stupore nel non trovarne più traccia (a dire il vero uno ci sarebbe, “Tutti insieme inevitabilmente”, ma esce a fine gennaio).
L’assenza dei film “sul Natale” lascia maggior spazio alle commedie sentimentali, genere che durante l’anno passa spesso inosservato al vaglio della critica salvo scalare puntualmente il box office: fa rumore l’assenza delle produzioni americane in questo campo, impegnate maggiormente ad interpretare le recenti guerre in Iraq e Afghanistan o a sfornare film catastrofici – la loro specialità – che poco si addicono alle festività. Il testimone passa naturalmente alla Francia, che la sua commedia (a volte caustica, più spesso – come in questo caso – buonista) non la fa mai mancare: è “Baby Love” il film di questo Natale, non fosse altro che per l’enorme coccarda rossa che ne infiocchetta il manifesto. Il tema (una coppia gay in crisi perché uno vuole un figlio, una donna che si offre di concepirlo per loro) dà ampio spazio a riflessioni anche serie sull’evoluzione della società contemporanea; lo svolgimento le tiene a freno quanto più possibile, tra impennate sentimentali e gag affidate ai personaggi di contorno. Il finale non sorprenderà nessuno, nemmeno chi, nella vita reale, giudica aberrante la soluzione proposta (sono in pochi a dirlo, molti di più a pensarlo).
Sempre dalla Francia arriva il film che sembravamo cercare qualche riga sopra, e fingevamo di dimenticare: “Racconto di Natale” è il classico film dove una famiglia riunita per le feste mostra quanto il tempo e gli errori commessi possano indurire i rapporti tra parenti, e solo le circostanze natalizie sembrano porre un freno alla rottura totale. Il cast è buono, la “cattiva” Catherine Deneuve su tutti, ma la Bim lo ha piazzato ad inizio mese e sono poche le sale italiane che lo mantengono in programmazione durante le feste. Meglio così: le due ore e mezza del film, magari sorbite poche ore dopo uno dei pesantissimi pranzi che ci attendono, sarebbero puntualmente risultate indigeste.
L’ultimo venerdì ha sfornato, oltre ai due cinepanettoni citati in apertura, due film fantastici, entrambi per i più piccoli: “Ember – Il mistero della città di luce” e “Madagascar 2”, a loro modo due film sulla vita in un ambiente artificiale e sul tentativo di far ritorno ad uno più naturale. Saranno pochi i bambini a non cantare “mi piace se ti muovi”: per chi non avesse già deciso il consiglio è di restarsene a casa a vedere un dvd o, se non li ha ancora visti, di recuperare al cinema “Wall-E” o “Bolt”. Quanto ad “Ember” si tratta di uno dei pochi prodotti di qualità discreta nella comunque non ampia rosa di scelte natalizie.
Tra mercoledì 24 e giovedì 25 i cinema si arricchiranno di due nuove proposte: direttamente dall’ultimo Festival di Roma arriva Keira Knightley con “La Duchessa”, una sorta di Lady D ante litteram, in sostanza un film in costume senza infamia e senza lode, un esercizio di stile del quale non si sentiva il bisogno e che difficilmente verrà ricordato, fan di Keira a parte, in futuro. Dalle pagine di Will Eisner, ormai una fonte cinematografica a dir poco abusata, arriva invece “The Spirit”: dopo “Sin CityFrank Miller ci presenta un’altra città “bisognosa” e il suo custode mascherato, un ex-poliziotto che, dopo due storie finite e una morte – la sua – riversa il suo amore tutto sulla città che protegge. Accanto a lui troviamo le belle Eva Mendes, Scarlett Johansson, Paz Vega e Sarah Paulson: d’altro canto è un fumetto, e se uno le donne se le può disegnare…
Il 2009 si apre con l’animazione parodistica di “Lissy – Principessa alla riscossa”, ma è dopo l’Epifania che le uscite al cinema riprendono con una certa costanza: a due anni da “La ricerca della felicità” esce il secondo film hollywoodiano di Gabriele Muccino, “Sette Anime”, mentre la Warner Bros ripropone Jim Carrey nei panni di “Yes Man”, un uomo che inizia a dire sempre di sì. Per chi ricercasse il cinema di qualità le proposte non mancano: “Un matrimonio all’inglese” è un’altra eredità del Festival di Roma (è un modo di dire, pare sia ancora vivo), un film british ironico e tagliente, sorretto da un’ottima Jessica Biel. Non è da meno il Torino Film Festival, dal quale arrivano due pellicole: “Lasciami entrare” è presentato come un horror ma si rivela un film sentimentale sulla solitudine; l’amicizia-amore tra un ragazzino dodicenne ed una vampira richiama il pubblicizzatissimo “Twilight”, ma le similitudini – per fortuna degli spettatori, meno per il ritorno economico – finiscono qui. “Tony Manero” è addirittura il vincitore della manifestazione diretta da Nanni Moretti, e già questo è un motivo sufficiente per andarlo a vedere. Non parla di febbre del sabato sera ma del Cile in piena dittatura-Pinochet, pochi anni dopo il golpe e la morte di Salvador Allende; in questo contesto, Raùl Peralta ha in testa soltanto John Travolta
L’ultimo film che segnaliamo è un’opera di animazione prodotta da Israele, Germania e Francia: “Valzer con Bashir”, una rievocazione della prima guerra israeliana in Libano a partire dal un sogno ricorrente. Mai come quest’anno sarà facile buttarsi alle spalle l’atmosfera natalizia: alla povertà natalizia succede un inverno ricco di grandi film, nomi quali Gus Van Sant, Darren Aronovsky, David Fincher, Sam Mendes, Ron Howard, Ed Harris, Roberto Faenza