Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Ischia 2009 Abel Ferrara: "Napoli sono io"

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a cura di Riccardo Rizzo
Aspettando il Maestro

L'atmosfera che si respira, lasciata la caotica Napoli alle spalle, è quella di un set cinematografico: quello di un film del passato, in bianco e nero, che racconta l'Italia di una volta, incantatrice e austera allo stesso tempo. A pochi passi dal porto, superbo e maestoso, il castello Aragonese domina l'orizzonte. Il suo sguardo volge verso le vicine Capri e Procida, che scruta con la sua bellezza aristocratica, possente, quasi presuntuosa. Il promontorio sul quale si erge al tramonto, solenne, rimane baciato dal sole, che lo illumina quasi fosse un palcoscenico. Nel resto dell'isola, invece, si accendono i primi lampioni, che sembrano tanti occhi in attesa che lo spettacolo abbia inizio...

Napoli, Napoli, Napoli

Entra in scena il Maestro, satiro danzante con tanto di calice di vino in mano, che presenta il suo ultimo lavoro a pochi passi da dove l'ha girato, in una location da levare il fiato per quanto è suggestiva (del resto non poteva essere altrimenti, visto che il Festival che lo ospita si definisce "concorso cinematografico dedicato alle Location"). Le prime parole sono un'ode proprio al castello Aragonese, alla cattedrale diroccata dell'Assunta - dove verranno proiettate le immagini inedite di Napoli, Napoli, Napoli - che a suo dire evoca armonia e bellezza, rappresentando al tempo stesso la lotta dell'uomo contro i mali del mondo. Così come il Festival rappresenta un baluardo a difesa del cinema. Già, il cinema. Quello del maestro newyorkese è sempre stato discusso, osannato o disprezzato, eppure la sua forza risiede nell'essere lo specchio fedele della sua poliedrica sensibilità. Non fa eccezione neanche questo suo docu-fiction che molto probabilmente approderà a lidi veneziani tra poco più di un mese: "un film che è lo specchio della mia anima, non la rappresentazione della realtà, dei mali di Napoli o di come il pubblico amerebbe vederla raccontata. Un film che riguarda tanto me quanto la città, l'opportunità di esprimere tutti i miei sentimenti e il mio dolore verso un luogo che amo moltissimo. Volevo fare qualcosa per tutto il mondo tranne che per l'Italia. Un film che non avrei mai potuto girare in America".
Thank you, Abel.