Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

George Clooney No Clooney, No Democratic Party

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a cura di Giordano Rampazzi
George Clooney, nato in Kentucky nel 1961 da un noto anchorman televisivo e un'immigrata irlandese, è oggi una delle star più importanti nel panorama dello star system hollywoodiano, pur essendo qualcosa di più di un semplice ingranaggio di un sistema.
Il dato di fatto è che ormai di 'George' si conosce tutto: la paralisi di Bell di cui soffrì durante l'adolescenza e che gli bloccò parzialmente il volto per un anno; le sue passioni per gli scherzi sul set, per il baseball e la pallacanestro; l'incidente durante le riprese di Syriana e i dolori della grave lesione spinale che lo spinsero a pensare al suicidio; le sue battaglie umanitarie a favore della provincia sudanese del Darfur, che lo hanno portato anche a contrarre per due volte la malaria; la sua presunta immaturità sentimentale e le numerose love-story che si sono susseguite dopo la rottura del matrimonio con l'attrice Kelly Preston nel 1993.
Il Cinema non è dunque l'unico elemento della vita pubblica di Clooney. C'è però un consenso quasi unanime attorno alla sua figura di star cinematografica. E' merito probabilmente della lunga gavetta, cominciata nel lontano 1978 con una comparsa nella serie “Centennial” o, più probabilmente, il suo impegno multiforme che ha trasformato l'affascinante dottor Ross di “E.R. - Medici in prima linea ì” prima in doppiatore (1997), poi in sceneggiatore e produttore (1999) e infine in regista (2002). E' merito anche del Premio Oscar, conseguito nel 1996 per l'interpretazione di un agente della CIA in “Syriana”, e delle influenze cinematografiche di registi affermati come i fratelli Coen o Steven Soderbergh, con i quali Clooney ha lavorato e ha costruito il suo successo. E' merito, però, soprattutto della figura di democratico politicamente e cinematograficamente impegnato, che lo ha portato – sulle orme di Robert Redford – ha inseguire percorsi di riflessione che affondano le radici nell'importanza della comunicazione e del rapporto di essa con la politica. Dopo i virtuosismi affascinanti di “Confessioni di una mente pericolosa” (2002) Clooney raffina e sfina il suo stile, dedicandosi alla regia di Goodnight, and good luck (2005), nel quale ricopre i ruoli anche di sceneggiatore, produttore e attore, dedicendo di fissare il proprio cachet sulla cifra simbolica di 1 dollaro, gesto che gli porta fortuna e che lo rende il primo nella storia degli Oscar ad avere ottenuto, nella stessa edizione, una nomination per la regia e la sceneggiatura (“Goodnight and good luck”) e una per l'interpretazione (“Syriana”).
Più modesto, invece, si dimostra il suo approccio da regista alla commedia. “In amore, niente regole” (2008) è una storia sentimentale sullo sfondo del mondo del football americano, un progetto anonimo che probabilmente affonda le sue radici nel mancato successo sportivo di Clooney, quando era un giocatore di baseball nei Cincinnati Reds.
La piena maturità cinematografica arriva però con “Le idi di Marzo” (2011), film che ha aperto la 68° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e basato sulla pièce teatrale Farragut North di Beau Willimon. La pellicola riprende il filone dell'intrigo politico degli anni '70 e, attraverso dialoghi brillanti e serratissimi, racconta l'America di oggi, “regalandosi” il ruolo di protagonista: Mike Morris, governatore democratico e aspirante Presidente degli Stati Uniti. Che sia una candidatura ufficiale?
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