Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Hayao Miyazaki Il dio dell’anime

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a cura di Andrea Olivieri
Arriva per la prima volta sul grande schermo il lungometraggio di Hayao Myazaki "Lupin III - Il castello di Cagliostro" del 1979, l'opera prima del regista Leone d'oro alla carriera. Lupin e il fedele Jigen hanno rintracciato la fonte delle banconote false che stanno mettendo in ginocchio l’economia mondiale: il piccolo paese di Cagliostro, governato dall'omonimo Conte.
Nel 1967 Lupin III nasce come fumetto dalla matita di Kazuhito Kato, meglio conosciuto col nome d’arte di Monkey Punch. Approda poi nel 1972 sul piccolo schermo, indossando una giacca verde. La serie ottiene buoni risultati e il successo viene consacrato con la seconda del 1977. Il famoso ladro gentiluomo, accompagnato da Jigen, suo braccio destro, sigaretta piegata e Magnum Combat alla mano, e da Goemon, fedele combattente, tredicesimo discendente di un’antica famiglia di samurai, insieme all’affascinante Fujiko/Margot, astuta truffatrice e all’impacciato ispettore Zenigata si sono affermati negli anni come personaggi cult.
Mikado ha curato un’edizione completamente nuova: è stato infatti acquisito l’internegativo giapponese per poter offrire una qualità superiore delle immagini ed è stato convocato il cast storico della serie per il doppiaggio: Roberto del Giudice (Lupin), Sandro Pellegrini (Jigen), Antonio Palombo (Goemon), Alessandra Korompay (Fujiko) Rodolfo Bianchi (Zenigata). Le storiche voci originali del film potevano contare sul doppiatore ufficiale di Lupin III, il famoso Yasuo Yamada (oggi purtroppo scomparso) che ha prestato la sua voce al personaggio fino al 1995. In Giappone era altrettanto celebre per essere il doppiatore ufficiale di Clint Eastwood.
Dopo il tempo di Osamu Tezuka, è ora Hayao Miyazaki a custodire l’ideale scettro di "Walt Disney d’Oriente": buoni sentimenti; esistenze vissute a contatto con una natura che sa far fruttare i propri germogli al di fuori di qualsiasi disumanizzante "civiltà" industriale; personaggi bambini che risplendono futuro e speranze in ogni gesto e in ogni sguardo. Questi i punti fondamentali che costituiscono la base di una poetica del sentimento che spazia dalla letteratura al fantastico in una dimensione di assoluta libertà e felicità, memore di un rigore formale affinato da anni di pratica ed una cura per il dettaglio (cromatico, estetico e narrativo) assolutamente rigoroso e potente. La filosofia di Miyazaki unisce romanticismo e umanesimo a un piglio epico, una cifra di fantastico visionario che lascia sbalorditi. Il senso di meraviglia si traduce in un'energia creativa, una visione assolutamente fuori dall'ordinario.
Hayao Miyazaki nasce ad Akebono (distretto di Bunkyo, Tokyo) nel 1941 e, a dispetto della purezza e dell’innocenza che contraddistingueranno gran parte della sua opera, vivrà la propria infanzia nel ricordo doloroso della Seconda Guerra Mondiale e delle due atomiche su Hiroshima e Nagasaki. I suoi studi approderanno ad una laurea in Economia Politica e ad un corso di ricerca sulla cultura infantile, quest’ultimo che focalizzerà il suo interesse per il mondo dei bambini.
Nel 1963 viene assunto dalla Toei Doga come intercalatore (la mansione folle eppure indispensabile che consta nella realizzazione di tutti i disegni intermedi da un’espressione all’altra dei vari personaggi), incarico che gli aprirà le porte del mondo dell’animazione e che negli anni successivi lo porterà a divenire disegnatore, regista, adattatore e creatore delle sue opere. Opere che bilanceranno il sempre presente rapporto (conflittuale) uomo/natura con il ruolo fondamentale che ovunque avranno i personaggi anziani e i protagonisti bambini nei suoi lavori.
Prima alla Toei e successivamente nel suo Stidio Ghibli, Hayao Miyazaki e il suo assistente/collaboratore/amico Isao Takahata realizzeranno poi alcune tra le perle dell’animazione giapponese degli ultimi decenni: da diverse puntate delle serie dedicate a "Lupin III" nel 1971 e nel 1980 (più il lungometraggio Lupin III: Il castello di Cagliostro), alla realizzazione di "Heidi", "Conan il ragazzo del futuro", e i vari "Panda Kopanda", "Anna dai capelli rossi", "Il fiuto di Sherlock Holmes", "Nausicaä e Kurenai no Buta". Successivamente, forte delle esperienze maturate anche nel campo della pubblicità e dei video musicali, Miyazaki realizza "La Principessa Mononoke", il suo primo lungometraggio distribuito anche nelle sale italiane, in cui torna il tema della desolazione che la "Rivoluzione Industriale" del pensiero e dell’agire umano portano nel mondo incontaminato delle foreste e degli animali, e "La città incantata", Orso d’oro al Festival di Berlino (2002).
Attualmente, a Mitaka, il luogo in cui ha sede lo Studio Ghibli (periferia di Tokyo), è in fase di realizzazione anche una sorta di Disneyland orientale, un ambizioso Museo della Foresta in cui verrebbero proiettati tutti i lavori che in questi anni hanno reso Miyazaki e il suo studio famosi in tutto il mondo. L'ultima sua opera, "Il castello errante di Howl" è stata presentata a Venezia, ma la Mostra del cinema gli ha dedicato di più: un Leone d'oro alla carriera.