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Laboratorio, palestra, una misura produttiva, un genere a sè stante: sono diverse le definizioni assegnate al cortometraggio, la misura breve del cinema. E sono sogni nel cassetto dei futuri registi, i corti, che nella distanza lunga del tempo restituiscono a volte dei piccoli tesori. Il patrimonio di immagini dell’Archivio Luce conserva alcune di queste gemme, che vengono ora riproposte nella nuova uscita della App Cinecittà per iPhone e iPad: Corti d'Autore.
Un’antologia dei primi passi di alcuni grandissimi nomi del nostro cinema: Rossellini, Antonioni, Risi, Zurlini, De Seta. Visioni rare, poco frequentate anche se di maestri, con il duplice incanto di piccole opere in sé compiute e poetiche, e di prefigurazioni dello stile e del talento dei loro autori, come nell’importante “N.U. Nettezza Urbana” di Michelangelo Antonioni, del 1948, o “La stazione” (1952) di Valerio Zurlini, e “Contadini del mare” di Vittorio De Seta (del ’55). C’è la sperimentazione linguistica di due visioni come “Ritmi di stazione” di Corrado d’Errico, e “Fantasia sottomarina”, un gioco che mostra all’opera l’infallibile istinto drammaturgico di Roberto Rossellini. E ancora quel gioiello sulla materia di cui è fatto il cinema che è “Il Museo d [...] |