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Tributo orientale al cinema di Sergio Leone all'insegna dello splendore registico e dell'affascinante fotografia. L'intera pellicola è ricca di riferimenti e citazioni al film di Sergio Leone, ma comprendendo di non poter raggiungere lo splendore del maestro italiano (non erano comunque queste le sue intenzioni), Kim Jee-woon decide umilmente di compiere un atto di "auto-declassamento", affidando la parte principale non al "buono", ma al "matto", colui che non possiede particolari doti o nobili intenzioni, gerarchicamente inferiore agli altri due. La scelta del regista coreano, decisamente azzeccata, permette coniugare dramma e ironia; anche le scene d'azione, infatti, sono spesso cariche di comicità. Le sopraffine riprese aeree e le esemplari inquadrature si amalgamano alla perfezione con un'accattivante colonna sonora, che, sebbene non sia dell'immenso Ennio Morricone, appare consona al genere e all'ambientazione. Ammirevole.
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